PER UN’EUROPA CONDIVISA: da Adenauer alla cassa del supermarket, passando per la fraternità della raccolta differenziata di Kieślowski

PER UN’EUROPA CONDIVISA: da Adenauer alla cassa del supermarket, passando per la fraternità della raccolta differenziata di Kieślowski

Il 21 marzo è stata una giornata per me speciale e la voglio ripercorrere al contrario, come a riavvolgere il nastro di una videocassetta.
Verso le 18.00 sono stata invitata da un’amica alla Konrad Adenauer Stiftung in occasione delle celebrazioni dei sessant’anni dei Trattati di Roma, che in data 25 marzo 1957 hanno istituito da un lato la Comunità economica europea, dall’altro la Comunità europea dell’energia atomica.
Sono state invitate autorità tanto tedesche, quanto italiane e ne é seguito un interessante dibattito in tedesco -a tratti davvero difficile per me- nel quale sono stati ricordati i padri fondatori nelle personalità di:

  • il tedesco Adenauer, che ebbe a dire: “ Il mio obiettivo é un sogno: che noi possiamo applaudire gli Stati Uniti d’Europa“;
  •  gli italiani De Gasperi, Einaudi e Spinelli, che così si espresse nel Manifesto di Ventotene (“Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto“): “La via da percorrere non é facile, né sicura. Ma deve essere percorsa e lo sarà!” ;
  •  i francesi Monnet e Schumann, ove quest’ultimo disse: “L’Europa non si farà in un colpo, né mettendo insieme tutti i pezzi; si farà per mezzo di atti concreti che creeranno da subito una solidarietà di fatto“.

Si é poi passati all’attualità, resa difficile sia da una congiuntura economica non rosea, sia dalla recrudescenza di diversi nazionalismi e movimenti politici di stampo populista: da AFD in Germania alla Lega di Salvini in Italia, alla destra di Marine Le Pen.
Ogni tanto mi capita di astrarmi e di vagare altrove col pensiero.

europa_piccoli_passiEd il mio pensiero é andato ad una pubblicazione per bambini che ho regalato tempo addietro: “L’Europa a piccoli passi”, scritto da due francesi ed edito dall’italiana Giunti Editore, serie Mottajunior, che pubblica una collana, intitolata appunto “a piccoli passi“, proprio perché introduce i bambini dai 7 anni in sù a tematiche talvolta ritenute (a torto da noi adulti) più ostiche. A metà di questo -per me delizioso- libretto si legge: “Un’Europa per la pace. Guerre e massacri hanno diviso per molto tempo i popoli europei. Più di sessantant’anni fa l’Europa fu devastata dalla seconda guerra mondiale. Oggi un conflitto con i nostri vicini di casa sembra impossibile: pace é stata fatta. questa é una delle grandi conquiste dell’unificazione europea !“.

Vago ancora e mi allontano sia da questioni bancarie ed industriali, sia dalle motivazioni storiche, che hanno condotto all’attuale Unione Europea. Torno indietro nella mia giornata, alla mattina a comprare in un supermarket parecchia spesa da sistemare come di consueto nel mio carrellino. Ormai ho una mia sequenza organizzativa: i prodotti più pesanti prima sul nastro, in modo da poter essere messi nel fondo del mio contenitore e poi tutto ciò che può schiacciarsi, che verrà allocato sopra. La cassa aveva appena aperto ed io non ero pronta, dovevo ancora di finire di sistemare le mie cose, a modo mio, quando dietro di me noto una Signora con in mano un tramezzino per il pranzo ed un succo di frutta e le dico di passare avanti, mi risponde: “Sehr nett” (“Molto gentile“). Stessa scena con la Signora seguente, che aveva  assistito da lontano e che portava solo due bottiglie di latte e di nuovo: “Sehr nett von Ihnen, wirklich…” (“Molto gentile da parte Sua, davvero…”). Mi ritrovo quasi, quasi infastidita ed esclamo: “Es ist logisch, weil ich mehre Zeit brauche” (“E’ logico, ho bisogno di più tempo [n.d.r. sù, passate avanti…gesticolo]“). A quel punto è corale sia da parte della cliente-donna, sia da parte della cassiera-donna, che aveva una faccia sconcertata e mi guardava come fossi una marziana: “Doc, sehr, sehr, sehr nett” (“No, davvero gentile“).

La mia mente vaga ancora e giunge alla trilogia del regista polacco Krzysztof Kieślowski, prodotta con maggior libertà (rispetto alla sua precedente produzione filmica) da parte del predetto proprio dopo la caduta del muro di Berlino, e precisamente tra gli anni 1993 e 1994. I tre film hanno in comune non solo alcuni personaggi, ma un c.d. cammeo filmico: una vecchina ricurva, che tenta dal primo all’ultimo film di buttare una bottiglia in una campana dedicata alla raccolta del vetro. In Film blu  la protagonista Julie nemmeno si accorge di lei; in film Bianco il protagonista, un parrucchiere polacco, si rende conto, ma è troppo preso dalle proprie beghe personali e non interviene; in film Rosso -quel rosso fratellanza proprio della bandiera rivoluzionaria francese- Valentine si rende conto e decide di fermarsi ad aiutare l’anziana. Mi colpì tantissimo questa scena.

Forse si dovrebbe reiniziare dai piccoli gesti a reincollare, anche a livello europeo, la socialità alla politica, perché un tempo erano la stessa cosa.
Allo sconcerto delle altre donne nel market berlinese, anch’io, donna, ho cercato di spiegare poco prima il mio personale punto di vista: al di là della “logica del 3,14 e 6,28” -come chiamo io talvolta alcune rigidità tedesche- necessitando infatti di ancora un pò di tempo in cassa per fatti miei, ho nel contempo avvantaggiato le altre due donne, che avevano soltanto due prodotti ciascuna contro i miei svariati acquisti. Questo per me è stato un gesto concreto, che ha realizzato una piccola solidarietà di fatto.
E del resto ci si deve pur allenare in qualche maniera e non soltanto nelle alte sfere, talvolta teoriche e lontane dal quotidiano.

Cito infatti, ancora, il ricordato libro per bambini: “VIVERE; STUDIARE E VIAGGIARE IN EUROPA: L’Europa … è una realtà fatta di persone comuni che affrontano questioni pratiche. Un esempio ? Puoi scegliere di vivere in un paese diverso dal tuo.
Concludo con il Concerto per l’Unificazione dell’Europa come pensato dal regista polacco nel primo film:

Autore: Violetta

DISSONANZE vuole essere una piccola rubrica ove parlare di alcune “divergenze” percepite da un occhio italiano a Berlino, contrasti che potrebbero essere più formali che sostanziali, se si vuole essere europei e sintetizzare molteplici aspetti culturali, che convivono molto bene qui. Leggi gli altri articoli

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Violetta

Sono italiana e faccio su e giù tra Berlino e Roma dall'estate del 2014. Amo il mare, stare all'aria aperta, leggere ed imparare cose nuove, nonché viaggiare in compagnia. In BerlinitalyPost parlo di alcune "divergenze" percepite da un occhio italiano a Berlino; contrasti che potrebbero essere più formali che sostanziali, se si vuole essere europei e sintetizzare molteplici aspetti culturali, che convivono molto bene qui a Berlino.

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