SUBRADEON, un sogno che diventa realtà.

SUBRADEON, un sogno che diventa realtà.

Questo mio articolo è ispirato ad un sogno. Sogno inteso come forza motrice, come desiderio spasmodico di realizzazione del sé, voglia di concretizzare quello che si ha dentro, i propri sentimenti e le proprie emozioni. Sogno come quello di un bambino nel cassetto. Sogno come quando da piccoli si dice: “da grande voglio fare….”. Avere il coraggio e la forza di inseguirli quei sogni, non è facile, anzi, al contrario, c’è spesso qualcosa che si interpone tra te e quel miraggio, ci sono sempre i cosiddetti “bastoni tra le ruote”, ma d’altronde, se così non fosse, che gusto si proverebbe? Non sarebbe così soddisfacente raggiungere degli obiettivi se la strada fosse tutta in discesa. I sogni sono di chi se li prende, di chi li insegue senza mai arrendersi, perché loro sono lì, fermi ad aspettarti, ma solo per chi con la sua caparbia è disposto a rischiare, ci sarà il lieto fine.

I bambini crescono, e spesso i sogni cambiano, si modellano; ci si ritrova adulti con realtà ben differenti da qualsiasi aspettativa immaginata, a volte le cose vanno bene, a volte vanno male, questa è la vita, ma in ogni caso quello che di certo si può fare è guardare tutto da una prospettiva migliore, considerare il bicchiere sempre mezzo pieno, e non mezzo vuoto.

A Berlino, di gente con ancora il cassetto pieno di sogni ce n’è tanta, sarà un po’ per l’enorme quantitativo culturale, sarà perché è ancora una città capace di aiutare a trovare o a ritrovare quello che da dentro ha solo bisogno di essere svegliato, sarà per l’energia che tutto muove, ma questa mi sembra una città di sognatori. In ogni caso bisogna agire, sognare soltanto non basta, ma soprattutto, bisogna crederci, bisogna credere in se stessi ed avere fiducia in quello che si fa, perché prima o poi i desideri diventeranno realtà.

Berlino è stata, sin dai secoli passati, un importante centro musicale della Germania, e continua ad esserlo, per quanto riguarda l’arte in tutte le sue sfaccettature, ma soprattutto per la musica, influenzando così musicisti di tutto il mondo. Essendo un melting pot, questa città, offre sicuramente nuove idee, le quali si consolidano nelle menti degli artisti.

Ho intervistato Salvatore Iannotta e Giuseppe Salone, due ragazzi provenienti da Casapulla, nella provincia di Caserta. Giuseppe, 24 anni, si è trasferito a Berlino quattro anni fa, dopo aver studiato ragioneria, mentre Salvatore, 26 anni, ha raggiunto il suo amico e compagno di avventura, in quello che è il mondo della musica, tre anni fa, dopo aver frequentato la scuola di produttori di musica elettronica e live performance di Napoli (E.M.Pro.). Questi due ragazzi sono un esempio di come un sogno può diventare realtà; ascoltiamo cos’hanno da dirci i SUBRADEON.

Cosa vi ha portato a Berlino e perché proprio Berlino?

Berlino è la capitale indiscussa della musica elettronica e techno, ed il nostro progetto musicale riguarda proprio questo ambito. Abbiamo iniziato diversi anni fa ad occuparci di musica, in Italia, e siamo venuti a Berlino appunto per concretizzare al meglio le nostre idee, per lavorare su noi stessi e dedicarci alla musica avendo un approccio più vasto e completo, quale Berlino offre.

Cosa vi aspettavate da Berlino?

Prima di tutto iniziare una nuova vita,dal punto di vista personale e professionale, fare nuove esperienze e riuscire ad avere una visuale più ampia sul mondo musicale. Eravamo interessati a conoscere la scena musicale berlinese che si era ormai affermata con prepotenza in tutto il mondo, come lo è tutt’ora,volendo però pur sempre mantenere le nostre radici.

In che modo avete cercato di inserirvi in questa città mantenendo vivo il vostro interesse personale?

Inizialmente è stata dura perché ci si ritrova a dover affrontare una realtà che pone delle difficoltà, trovare una casa, un lavoro, imparare la lingua, ma soprattutto dover conciliare il tutto con la nostra passione ed il nostro interesse primario, ovvero fare musica. La nostra voglia di arrivare alla realizzazione dei nostri obiettivi, dei nostri sogni, non ci ha fatto mollare, anzi, ci ha dato la forza e l’energia necessaria per andare avanti ed investire su di noi e sul nostro futuro.

Che difficoltà avete riscontrato nel cercare di realizzarvi in questa città, nella quale la concorrenza e l’enorme quantitativo di musica rende a volte difficile emergere differenziandosi?

Le difficoltà ci sono sempre e sono all’ordine del giorno, soprattutto quando si fanno i conti con il dover vivere  lontano da Casa, dai propri affetti e dalle sicurezze, ma non bisogna farsi impaurire da esse, anzi, bisogna coglierle come input per fare sempre meglio, inoltre la fatica rende la vincita ricca di valore. Cerchiamo di essere sempre fedeli a ciò che siamo, essere noi stessi in ogni caso e fare quello che abbiamo sempre cercato di fare. È stato di fondamentale importanza anche conoscere gente per proporre le nostre idee, è solo così che si viene apprezzati, non possiamo farlo da soli, sono gli altri che devono apprezzarci e a cui deve piacere il nostro lavoro, a noi piace già. Il nostro motto è “Through Techno, we are what we are”, attraverso la musica noi siamo ciò che siamo.

Come tutto ebbe inizio?

Proveniamo dallo stesso paese e quindi sin da piccoli eravamo amici, con il tempo ci siamo resi conto di avere in comune la passione per la musica e questo ci ha fatto avvicinare moltissimo, così abbiamo deciso di provare a sperimentare qualcosa insieme, e l’abbiamo fatto. In Italia abbiamo partecipato a diversi eventi, è così che la gente ha iniziato a conoscerci. Con il passare del tempo noi siamo cresciuti e con noi anche la nostra passione, che ci ha appunto portato a Berlino.

Qual è il vostro approccio attuale verso la musica?

Il nostro approccio al Djing è un set up classico di Vinili e CDJs. Ognuno ha il suo set up, utilizziamo dunque due console, con 4 Decks e 2 Mixers. Per la produzione musicale abbiamo un piccolo Home-Studio dove cerchiamo di concretizzare le nostre idee.

Qual è stata la forza che non vi ha mai portato ad arrendervi?

Senza ombra di dubbio l’amore per la musica. La musica è passione e dedizione ed è l’unico modo che abbiamo per esprimere noi stessi e per approcciarci al mondo; se vi avessimo rinunciato sarebbe stato come rinunciare a noi stessi. La musica per noi è tutto, è vita, e quando suoniamo ci sentiamo vivi.

Perché avete deciso di lasciare l’Italia?

L’Italia, purtroppo, è un paese per vecchi, inoltre la realtà in Campania è nota a tutti, non è semplice crearsi un futuro. In più la scena techno italiana non rappresentava e non offriva quello che cercavamo, essendoci sempre ispirati a Detroit e Chicago era difficile dar luce alle nostre idee.

Vi manca l’Italia?

Certo che sì. Famiglia, amici e luoghi cari non potranno mai essere sostituiti con altro. Noi vogliamo crescere per quanto riguarda la nostra vita e la nostra professione, ma non rinnegheremo mai le nostre origini e la nostra terra, che ci fa essere quello che siamo adesso.

Adesso finalmente tutto il mondo inizierà a conoscervi, come vi sentite?

Eh sì, siamo solo ad un punto di partenza, ma alla fine si iniziano a cogliere i frutti del nostro lavoro. Il 22 febbraio 2016 abbiamo rilasciato il nostro primo disco in digitale, South Connection, composto da quattro tracce, sull’etichetta discografica di Detroit, Motech Records. Inoltre adesso stiamo collaborando con un giovane artista russo (Module One) che lavora per la nostra stessa etichetta discografica. Chiaramente l’emozione per tutto ciò è grande, ma è tanta anche la soddisfazione di veder ripagati i nostri sacrifici ed il nostro impegno.

Avete mai pensato anche solo per un attimo di abbandonare tutto?

Ci sono stati dei periodi in cui le difficoltà della vita ci hanno portano a pensare che forse sarebbe stato meglio trovare un lavoro sicuro invece di dar spazio alle nostre emozioni ed investire nei nostri sogni. Seguire le proprie ispirazioni artistiche non è semplice e purtroppo l’arte, in tutte le sue forme, spesso non viene capita. Nonostante ciò noi abbiamo fiducia in quello che la musica può dare, motivo per cui non ci arrendiamo e continuiamo ad avere fiducia in noi ed in quello che facciamo.

 

Autore: Enza Granato

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Enza Granato

Ciao, sono Enza Granato, ho 27 anni e vengo da Fasano, Puglia. Sono laureata in Scienze della Comunicazione e vivo a Berlino dal 2013. Nel tempo libero mi piace scrivere, dipingere e ballare. Parlo inglese, tedesco e spagnolo.

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