Intervista a Raffaele Lucariello

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Intervista a Raffaele Lucariello, 30 anni, a Berlino dalla nascita

Perché hai deciso di venire proprio a Berlino e cosa facevi prima in Italia?

Sono nato e cresciuto qui e ho studiato alla Freie Universität, mio padre venne qui quando aveva quindici anni.

Raccontaci qualcosa della tua attività qui

Qui possiedo la qualifica di avvocato tedesco (Rechtsanwalt) e svolgo l’attività nell’ambito del diritto civile; lavoro nello studio di due notai di una famiglia abbastanza nota in Germania e mi occupo di locazione, commercio e tutto ciò che si può fare nel diritto civile. Lavoro e collaboro anche con italiani tramite partnership con altri studi sparsi in Germania che non hanno sede a Berlino.

Com’è stato l’impatto con la mentalità tedesca?

Sono cresciuto immerso nella mentalità tedesca, mi sento sia italiano che tedesco e sto pensando di prendere la seconda cittadinanza. Conosco sia i pro che i contra dei tedeschi, ma apprezzo che siano molto precisi, soprattutto nel rispettare gli orari degli appuntamenti. Quando si parla di calcio però mi sento più italiano, tifo la nostra Nazionale e il Napoli…mio papà, poi, è italianissimo.

La cosa di Berlino che ti affascina di più/ la cosa che sopporti di meno

Berlino non dorme mai ed è molto economica, è una città per tanti versi semplice da vivere, ti dà molte opportunità se sai coglierle. Quando vado a Napoli (dove c’è parte della mia famiglia) a volte mi sento perso, qui non ho mai avuto questa sensazione nonostante sia una metropoli più grande. Mi muovo sia coi mezzi di giorno, sia in macchina la sera. Non mi piace il tempo, fa molto freddo e mi manca il mare e un certo tipo di panorama, ma non c’è nulla che non sopporto.

La cosa che più ti manca dell’Italia/ la cosa che sei felice di aver lasciato.

Sono molto legato alla mia famiglia, ho tanti cugini e siamo sempre in contatto, mi manca non poter passare più tempo insieme a loro ma non ho mai vissuto lì quindi è una domanda un po’ difficile da rispondere per me.  C’è da dire però che quando vado in vacanza vedo tante cose diverse e a mio parere negative…la sanità (che secondo me funziona meglio qui), o l’inquinamento per esempio.

Qual è il tuo cibo preferito a Berlino?

Senza dubbio la pizza del ristorante Masaniello! A Berlino però puoi mangiare qualsiasi cosa, c’è una varietà e un’offerta immensa. A casa prediligo sempre la pasta, poi i miei hanno una trattoria quindi sono abbastanza fortunato. Il cibo tedesco comunque  mi piace tantissimo.

Qual è il tuo posto del cuore a Berlino?

Mi piace moltissimo la zona dell’isola dei musei, dietro al Duomo lì dove passa il fiume. E’ sempre piacevole passeggiare lì quando c’è il sole o stendersi semplicemente sul prato e rilassarsi.

Cosa consiglieresti a chi sta per trasferirsi a Berlino?

Di evitare di venire all’avventura perché si rischia di non andare molto lontano. Per quanto riguarda la lingua consiglierei di venire almeno con un’ottima conoscenza dell’inglese, se si sa il tedesco ovviamente le opportunità lavorative raddoppiano.

Quale pregiudizio verso gli italiani dovrebbero abbandonare i berlinesi? E quale pregiudizio verso i tedeschi dovrebbero abbandonare gli italiani?

Al momento, davvero, non mi vengono in mente pregiudizi che i tedeschi hanno su di noi…forse il fatto che abbiano una visione dell’Italia molto “romantica” . Però posso dire invece che la nostra convinzione che i tedeschi siano freddi è totalmente infondata. Il tedesco non si concede immediatamente al primo incontro e aspetta il momento giusto per instaurare una certa confidenza, ma quando si apre è fedelissimo, socievole e per nulla freddo nelle relazioni.

Tre cose da avere/essere per vivere felici a Berlino

Bisogna essere modesti, sapersi accontentare e non volere sempre di più, Berlino non è una città per persone stressate; bisogna essere affidabili, precisi e saper rispettare gli impegni presi, e infine…mangiar bene è fondamentale per essere felici e la città offre tanto in tal senso.

Autore: Valeria Lucci

About The Author

Valeria Lucci

Laureata in filosofia e neuroscienze, vive a Berlino dal 2010 al 2012 e si trasferisce oltreoceano per due anni, ritorna poi nella capitale tedesca, consapevole che una volta trovato il proprio posto nel mondo non si possa più fuggire. Nel 2013 consegue una seconda laurea in Pedagogia con una tesi sugli effetti del bilinguismo sullo sviluppo sociale, cognitivo e linguistico del bambino. In America scopre il metodo Montessori e se ne innamora. Perdutamente. Eterna insoddisfatta è alla continua ricerca di nuovi stimoli e sfide, crede fortemente che nella vita si possa avere più di una sola etichetta e ritiene che poter variare sia un estremo privilegio. Quando è felice ci fa caso, se non lo è si adopera affinché ci sia anche solo una possibilità di poterlo diventare. Viene spesso avvistata insieme ad una cagnolina bianca, tenera, esuberante e (mal)educata.  Ha sempre tempo per: le sue serie tv preferite e scrivere. Ama i colori, le domeniche in pigiama, l'odore dei libri e chiaramente la sua città - Berlino - che non la delude mai

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