Di quanto è cambiata la nostra vita dopo la diffusione del COVID-19? Quanto ci stiamo spostando di meno?

Di quanto è cambiata la nostra vita dopo la diffusione del COVID-19? Quanto ci stiamo spostando di meno?

La Cina? La Cina è lontana! 15 le ore di aereo da Berlino a Pechino. Ci dividono ben 9577 km.

Così lo si immaginava il virus nel lontano dicembre, quando la Cina parlava al mondo per la prima volta di questo “nuovo coronavirus: Il COVID-19”. Per tutti era lontano!

Eppure, avreste mai immaginato che una cosa così lontana, avrebbe cambiato così radicalmente le nostre vite e quelle dei nostri cari, mettendo il mondo intero in Standby?

I governi ci stanno chiedendo di restare a casa (#iorestoacasa) per limitare il numero di contagi. In alcuni paesi come l’Italia, percossa fino allo stremo dal coronavirus, le misure sono davvero rigide, in altri paesi come la Germania la situazione varia da Land a Land. Tuttavia, nella capitale, ad esempio, le misure adottate non sono così restrittive e una passeggiata a debita distanza (1,5 m / 2 m) è ancora permessa.

Le nostre vite sono decisamente cambiate, così come le nostre abitudini, ma di quanto? Quanto ci stiamo spostando di meno?

Ci pensa Google a dare una risposta. L’azienda statunitense, infatti, raccogliendo i dati di chi utilizza i suoi servizi, soprattutto quelli per le informazioni geografiche come Google Maps (anche quando non si stanno utilizzando direttamente), è riuscita a fornire un quadro completo sulle diminuzioni degli spostamenti paese per paese e addirittura regione per regione.

Come sono stati calcolati i dati & rispetto della privacy

Questi dati mostrano come gli spostamenti e la permanenza in luoghi diversi siano cambiati rispetto ad una linea di riferimento (“baseline”) e sono calcolati sullo stesso principio che permette a Google Maps di mostrare gli orari popolari di certi luoghi.

l rapporto è stato realizzato prendendo in considerazione la seconda metà di febbraio e il mese di marzo, fino a domenica 29, coprendo quindi un periodo che inizia prima dell’identificazione dei focolai nel Nord Italia, quando non erano ancora state applicate le misure restrittive. La linea di riferimento (“baseline”) è un valore mediano che è stato calcolato nel periodo tra il 3 gennaio e il 6 febbraio 2020, avendo cura di mettere a confronto gli stessi giorni della settimana tra i due periodi.

 

Google assicura che questi report sono stati sviluppati allo scopo di essere utili nel rispetto dei loro rigidi protocolli di privacy e garantendo la protezione della privacy delle persone. Nessun accesso a informazioni di identificazione personale, come la posizione specifica di un individuo, i contatti o i movimenti dello stesso sono resi disponibili in alcun momento. Tali insiemi di dati aggregati e anonimi provengono da utenti che hanno attivato l’impostazione di localizzazione manualmente, dato che la stessa non è attiva di default. Coloro che hanno questa impostazione attiva possono decidere di disattivarla in ogni momento e cancellare quindi i propri spostamenti dalla cronologia. 

I dati dell’Italia (scarica il pdf aggiornato al 29 marzo )

Come Google sottolinea, lo scopo dei report è quello di mostrare la risposta dei cittadini alle regole di allontanamento sociale introdotte dal governo e quindi non sono in alcun modo da utilizzare per la diagnostica medica o a scopo terapeutico.

Stando ai dati raccolti fino al 29 marzo 2020 in Italia si registra in media un calo del 94%, comparato alla linea di riferimento, di affluenza in luoghi come i ristoranti, caffè, centri commerciali, parchi a tema, musei, biblioteche e cinema. Un calo dell’85% per luoghi come drogherie, mercati, magazzini alimentari, mercati agricoli, negozi di specialità alimentari e farmacie. Del 90% per luoghi come parchi nazionali, spiagge pubbliche, porti turistici, parchi per cani, piazze, e giardini pubblici. Una riduzione dell’87% si è registrata nel settore dei trasporti pubblici come: metropolitane, autobus e stazioni ferroviarie. Infine, una riduzione del 67% si registra nei luoghi di lavoro.

Al contrario, riscontriamo un aumento del 24% di mobilità intorno alle abitazioni, segnando una maggiore presenza domestica della popolazione rispetto alla linea di riferimento.

Nelle singole regioni si registrano dei trend simili con il Molise (+29%) e la Valle d’Aosta (+36%) che registrano i dati più alti per quanto riguarda la vicinanza alle abitazioni.

I dati della Germania (scarica il pdf aggiornato al 29 marzo)

Utilizzando le stesse modalità di analisi dei dati, nello stesso arco di tempo, la situazione in Germania risulta differente rispetto a quella italiana, il che riflette anche il tasso di mortalità nettamente inferiore a quello italiano e l’efficienza e disponibilità di attrezzature mediche del sistema sanitario tedesco. Tutti questi dati permettono al governo tedesco di non dover adottare misure estremamente restrittive e quindi di temporeggiare per osservare lo sviluppo della situazione.

In Germania si registra un calo del 77% di affluenza, comparato alla linea di riferimento, in luoghi come ristoranti, caffè, centri commerciali, parchi a tema, musei, biblioteche e cinema. Un -51% per luoghi come drogherie, mercati, magazzini alimentari, mercati agricoli, negozi di specialità alimentari e farmacie. Un -49% per luoghi come parchi nazionali, spiagge pubbliche, porti turistici, parchi per cani, piazze, e giardini pubblici. Una diminuzione del 68% nei trasporti pubblici come metropolitane, autobus e stazioni ferroviarie. Infine, una riduzione del 39% di affluenza nei luoghi di lavoro.

Al contrario, riscontriamo un aumento dell’+11% di mobilità intorno alle abitazioni, con andature simili nei 16 Länder che oscillano tra +8% e +12%.

Per quanto abbiano un certo grado di approssimazione, i dati forniti da Google sembrano confermare quanto evidenziato dal ministero dell’Interno sul rispetto delle norme restrittive applicate in Italia. La stragrande maggioranza della popolazione ha finora rispettato i limiti agli spostamenti, rimanendo in casa il più possibile.

L’allontanamento sociale contribuisce a ridurre il rischio di nuovi contagi, permettendo di rallentare l’epidemia e di ridurre lo stress per le strutture sanitarie, che stanno affrontando un afflusso senza precedenti di malati che necessitano di assistenza ospedaliera specializzata. In Germania la situazione appare diversa, non possiamo prevedere al momento se il governo deciderà di applicare un “lockdown” completo in tutta la Germania nelle prossime settimane che sia valido per tutti i Länder, come in Italia, allora a quel punto i dati cambieranno anche in Germania, raggiungendo forse le percentuali italiane. Non ci resta che fare il nostro dovere di cittadini, rispettare le regole, per guadagnare tempo riducendo i contagi e sperare che la situazione a poco a poco migliori, in tempo per l’arrivo di un vaccino o di una cura.

Stay tuned! A breve in arrivo l’aggiornamento di questo articolo con i nuovi dati forniti da Google.

In questo link potete trovare le informazioni raccolte da Google per tutte le nazioni

#staysafe #iorestoacasa

About The Author

Alessandra Rago

Nata a Napoli ma Berlinese da 7 anni. Sono un'ex-ballerina, ma la danza fa sempre parte della mia vita. Ho studiato Studi Culturali e Studi Europei all’Università Orientale di Napoli, all’Università di Potsdam, alla Nottingham Trent University e all’Università Libera di Berlino. Mi sono formata in giro per l’Europa attraverso tirocini ed esperienze lavorative in campo politico, economico e culturale. Sono appassionata di politica ed economia! Dipingo per ordinare i pensieri e amo prendermi cura delle mie piantine.

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