I pomi della discordia (4) – Berlino e il destino degli areoporti

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PH  Tim Pritlove

Il tema aeroporti in questo momento suscita a Berlino reazioni assai contrastanti. Dall’imbarazzo per l’infinito cantiere dell’aeroporto internazionale a Schönefeld a visioni spesso irrazionali per l’assetto futuro del traffico aereo della capitale.
Proviamo con i seguenti articoli a dare un’occhiata alla storia degli aeroporti berlinesi, e ai progetti di sviluppo anche urbano a loro legati.

L’aeroporto di Tegel

L’aeroporto di Tegel giace a nord-ovest del centro di Berlino, in un’area un tempo facente parte di una riserva di caccia del Principe elettore del Brandenburgo. L’area aeroportuale odierna misura ca. 465 ha (Tempelhof ca.386).

Nei primi anni del XX secolo fu istituita una stazione di sperimentazione per il volo con i dirigibili e con i primi prototipi di aereo, e durante la prima guerra mondiale, fu costruito un punto di stazionamento per piccoli dirigibili.
Abbandonato dopo il trattato di Versailles, che proibiva la ricostituzione delle forze armate tedesche, nel 1930, cambiato il clima politico, Tegel diventò una stazione sperimentale per la ricerca missilistica. Nel team di tecnici, che qui lavorarono, era presente anche Wernher von Braun, che ottenne qui i primi successi nel volo di missili alimentati con carburante liquido.
Già nel 1936 questa attività, data la sua pericolosità e il bisogno di segretezza, fu trasferita sul Mar Baltico a Peenemünde. Durante la seconda guerra l’area venne usata come campo di esercitazione per l’esercito e fu gravemente danneggiata dai bombardamenti.

Con il Blocco di Berlino da parte dell’Unione Sovietica nel 1948, in breve tempo fu chiaro che gli aeroporti di Tempelhof e Gatow non sarebbero stati sufficienti per il Ponte aereo organizzato dagli Alleati, cosi il comando francese con l’aiuto di specialisti americani e manovalanza tedesca approntarono nel giro di 90 giorni la allora pista aerea più unga d’Europa di ca. 2.400 m.
Il 5 novembre 1948 atterrò il primo aereo militare. Hangar ed edifici di servizio furono dapprima allestiti come provvisori.

I primi voli di linea iniziarono nel 1960, nel 1964 vennero trasferiti qui tutti i voli transatlantici della PanAm che usava aerei, che non sarebbero potuti atterrare a Tempelhof per la brevità delle sue piste. Nel 1968 furono trasferiti a Tegel anche i voli charter, ma fin dall’inizio degli anni ’60 fu chiaro, che questo aeroporto cresciuto poco a poco non aveva futuro e che un ampliamento era diventato indispensabile.

Nel 1965 fu incaricato l’allora appena formatosi studio di architettura GMP (von Gerkan, Marg und Partner) della progettazione di un nuovo terminal.
Il concept architettonico era assolutamente rivoluzionario e geniale, permettendo una distanza minima di 37 m tra il punto di arrivo con l’auto e il portello di ingresso dell’aereo.
La posa della prima pietra fu nel 1969, nel novembre del 1974 il nuovo terminal entrava in funzione. Ben altri tempi rispetto all’attuale opera Infinita a Schönefeld! Anche se bisogna considerare che qui si tratta del primo edificio, il Terminal A, ben più piccolo di BER!
Col tempo e l’aumento del traffico aereo, l’aeroporto è stato ampliato più volte purtroppo anziché seguire il progetto originale che prevedeva di raddoppiare semplicemente l’ottagono, si costruirono i Terminal B, e il bruttissimo Terminal C al tempo scalo principale della nel frattempo fallita Air Berlin.

Il primo terminal esagonale era stato calibrato per 2,5 milioni di passeggeri annui, attualmente i 4 terminal smistano ca.22 milioni di passeggeri annui, buon indice per valutare la flessibilità di un’area aeroportuale.

Quale futuro per l’ (ex) aeroporto di Tegel?

All’entrata in funzione del nuovo aeroporto internazionale a Schönefeld (BER) Tegel dovrà chiudere entro pochi mesi. Questa decisione fu presa negli anni ’90 dalla Commissione federale per la sicurezza aerea, da una parte perché le rotte dei due aeroporti entrerebbero in conflitto, dall’altra perché Tegel non risponde più alle normative edilizie attuali.
L’impiantistica è ancora quella originale, da una parte questo dimostra una longevità spettacolare di questi impianti, dall’altra però segnala anche una vetustà, che ha ormai raggiunto il limite per una struttura tanto delicata e in cui la sicurezza è una priorità assoluta.

Un referendum popolare ha richiesto il mantenimento del traffico aereo a Tegel, ma nel giugno del 2018 il Senato berlinese ha sancito l’irrealizzabilità di questa richiesta per il problema delle rotte e per il fatto che i proprietari dell’area (Repubblica Federale e Stato di Berlino) hanno escluso il loro interesse al mantenimento del traffico aereo. Va inoltre messo in conto che, nel caso di un proseguimento ad oltranza dell’attività aeroportuale, una valanga di cause giudiziarie si abbatterebbe sul Senato berlinese da parte degli abitanti delle zone poste sotto le rotte di atterraggio e decollo, che da anni aspettano la chiusura dell’aeroporto e l’agognata tranquillità.

Cosa è previsto per il riuso dell’aerea?

Due grandi progetti per il riuso dell’area aeroportuale sono in avanzato stato di progettazione:

  • Urban Tech Republic“ si chiamerà l’area dell’attuale area passeggeri dell’aeroporto e prevede l’istituzione di una zona industriale e di ricerca su un area de ca. 211 ha.
    L’esagono del Terminal A verrà mantenuto e vi si dovrebbe insediare la Beuht Schule con una specializzazione per le tecnologie ecologiche, con la previsione di ca. 2.500 studenti.
    Nei nuovi edifici previsti si insedieranno laboratori e centri di ricerca, mentre nell’area tra le due piste d’atterraggio è prevista una spina di edifici per l’industria. Questo campus per la ricerca e l’industria dovrà venir sviluppato con le tecnologie edilizie e di comunicazione più avanzate dal punta di vista della lotta all’inquinamento e del risparmio di energia.
    L’intero parco potrà ospitare fino a 17.500 occupati, contro i 6.850 attuali.
  • Quartiere Kurt Schumacher: è un quartiere residenziale su un’ area di 48 ha. Sono previsti ca. 5.000 appartamenti per più di 10.000 persone. Il Masterplan è stato vinto in un concorso in due fasi dallo studio Scheuvens+ Wachten di Stoccarda.
    La metà degli appartamenti dovrebbe esser costruita da società immobiliari di proprietà della città di Berlino, che garantiscono affitti contenuti. Favorite saranno inoltre le cooperative e gli edifici costruiti da piccoli consorzi di investitori (Baugruppen).
    Architettonicamente il Masterplan per il quartiere presenta gruppi di edifici a corte alti 6-7 piani con rinuncia a edifici a torre. A piano terra sono previsti spazi per terziario e spazi per l’interscambio socio-culturale.
    Il trasporto auto privato all’interno dell’area verrà disincentivato, per favorire i mezzi pubblici e la mobilità elettrica. Due stazione della U-Bahn 6 connetteranno il quartiere al resto della città.

Si prevedono 6-7 anni di realizzazione, dalla chiusura dell’aeroporto, che naturalmente dipende dall’apertura del nuovo scalo internazionale BER.

About The Author

Marco Vivori

Nato a Milano 5-1-1957 Liceo Classico a Trento 1976-1981 Università di Architettura di Venezia (Laurea in Restauro) Lingue (parlato e scritto) Italiano- Tedesco- Inglese Lavori in Italia 1982-1993 Libero professionista a Milano, focus sul restauro di edifici monumentali e ristrutturazione di civili abitazioni. Lavori in Germania 1994-1996 Trasferimento in Germania e collaborazione con imprese di costruzioni italiane per grandi cantieri nei Nuovi Länder (Halle- Berlino- Dresda- Lipsia ecc.). 1997-1998 Collaborazione con Studio di progettazione di Potzdam per la Direzione Lavori di un grande cantiere di risanamento di Plattenbauten a Zeitz (Lipsia). 1998- 2006 Collaborazione con lo Studio GMP per realizzazione di grandi strutture di servizio in Italia (Fiera di Rimini- Fiera di Verona- Fiera di Arezzo- Areoporto di Ancona- Centro congressi di Rimini). 2006-2008 Collaborazione con uno Studio di Berlino per la costruzione del Centro congressi di Bonn e diverse progettazioni in paesi asiatici (Vietnam- Cina) e africani (Libia e Liberia). 2008- 2013 Collaborazione per il projectmanagement del maggiore progetto di sviluppo turistico in Toscana di quegli anni su incarico della TUI tedesca. Dal 2014 impiegato presso la BIM per il projectmanagement di edifici ad uso culturale della città di Berlino. Attività collaterale: Visite guidate alla città di Berlino e di Potsdam con focus su storia dell’architettura, dell’arte e storia tedesca

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