Natura e origine della mente. Da Spinoza ai Castellucci. Rappresentazione italiana al Festival Internazionale della Nuova Drammaticità a Berlino.

Natura e origine della mente. Da Spinoza ai Castellucci. Rappresentazione italiana al Festival Internazionale della Nuova Drammaticità a Berlino.
Photo Credit To Luca del Pia

“La Mente, sia in quanto ha idee chiare e distinte, sia in quanto ha idee confuse, si sforza di perseverare nel suo essere per una durata indefinita, ed è consapevole di questo suo sforzo.”

<Dimostrazione: L’essenza della Mente si costituisce di idee, adeguate ed inadeguate: e pertanto, sia in quanto ha idee di questo tipo, sia in quanto ha idee di quel tipo, essa si sforza di perseverare nel suo essere: e questo per una durata indefinita. Ed essendo la Mente, per mezzo delle idee delle affezioni del Corpo, necessariamente consapevole di sé, essa è dunque consapevole del suo sforzo.>

<Chiarimento: Questo sforzo, quando si riferisce alla sola Mente, si chiama Volontà; ma quando si riferisce insieme alla Mente ed al Corpo si chiama Appetito: il quale perciò non è altro che l’essenza stessa dell’Uomo, dalla natura del quale deriva necessariamente ciò che è indirizzato alla sua conservazione: precisamente ciò, quindi, che l’Uomo è determinato ad operare. Fra l’Appetito e la Cupidità non c’è poi alcuna differenza, almeno per quanto concerne gli umani, ai quali perlopiù si attribuisce la Cupidità: essi infatti sono consci del loro Appetito; e pertanto la Cupidità può appunto definirsi così, un Appetito che si ha la coscienza d’avere. Da tutte queste considerazioni risulta dunque che noi non ci rivolgiamo con interesse verso una qualche cosa – né la vogliamo, o la desideriamo istintivamente, o la desideriamo consapevolmente – perché giudichiamo che essa sia buona; ma, al contrario, noi giudichiamo buona una cosa perché essa risveglia il nostro interesse, o perché la vogliamo, o perché la desideriamo, istintivamente o consapevolmente.>

Tratto da “Ethica” di Baruch Spinoza

Dal 7 al 17 aprile la Shaubhüne di Berlino ospiterà il Festival Internazionale della Nuova Drammaticità (FIND 2016) e tra le varie rappresentazioni teatrali sarà presentato, in lingua italiana con sottotitoli in inglese e tedesco, “Natura e origine della mente” con la regia di Romeo Castellucci e i testi di Claudia Castellucci.

Durante la rappresentazione una donna sarà appesa al soffitto, a diversi metri da terra, attaccata ad un filo solo grazie alla forza esercitata dalle dita della sua mano sinistra.

Nonostante la sua scomoda e pericolosa posizione, la donna rimarrà sempre vigile senza mai cadere in panico, anzi, manterrà grande controllo di sé, della situazione e delle sue paure. Tra il pubblico a lei sottostante, il quale osserverà lo spettacolo in piedi, comparirà un cane che si aggirerà libero e senza meta tra gli osservatori ed inizierà a miagolare. Incomincerà così un dialogo tra il cane-gatto e la donna sospesa, che si rivelerà come un discorso tra la cinepresa e la luce, ruotando verso una sempre più chiara conoscenza. Alla fine, tutto non sarà altro che il prodotto della visione soggettiva dell’osservatore. Questo è il fondamento di base dell’Etica di Spinoza, non a caso il nome della rappresentazione prende spunto dal secondo capitolo dell’opera del grande filosofo (in tedesco), intitolato: “dalla Natura e dall’Origine della Mente”. In questo Baruch Spinoza studia la natura dei pensieri più alti e gli effetti del potere della mente, quest’ultima, capace di creare da sola la realtà.

“La Mente umana non può dissolversi totalmente con il dissolversi del suo Corpo; ma di essa rimane un qualcosa, che è eterno.”

<Dimostrazione: Abbiamo visto or ora che in Dio c’è necessariamente un concetto, ossia un’idea, che esprime l’essenza del Corpo umano: idea che pertanto è necessariamente una realtà che appartiene all’essenza della Mente umana (la Mente, come è noto, è un’idea del Corpo tutto quanto, sotto qualsiasi aspetto noi lo consideriamo). Ora, alla Mente umana non si può attribuire una durata – cioè un’esistenza che si svolge nel tempo e che si definisce per mezzo del tempo – se non in quanto la Mente esprime l’esistenza attuale (cioè in atto, effettiva) del suo Corpo: esistenza che si spiega mediante la durata e che si definisce per mezzo del tempo; e ciò significa che in questa visuale la Mente ha una durata soltanto mentre – e fin che – il Corpo esiste nel tempo. Ma, poiché l’essenza di un determinato Corpo, che si trova concepita per una necessità eterna mediante la stessa essenza di Dio, è in ogni caso una realtà, e una realtà eterna, che appartiene all’essenza della Mente corrispondente, l’idea in parola è appunto il qualcosa che nella Mente è eterno e che non si dissolve con la dissoluzione dell’umano considerato

<Chiarimento: Come ho detto, quest’idea, che esprime l’essenza del Corpo nella sua peculiare eternità, è un determinato modo del pensare che appartiene all’essenza della Mente e che è necessariamente eterno. E’ tuttavia ovviamente impossibile che noi ricordiamo una nostra esistenza precedente all’avvento del Corpo: dato invero che di quell’esistenza non può trovarsi nel Corpo alcun vestigio, e che un’eternità non può definirsi mediante la durata né può avere alcuna relazione col tempo, nel quale soltanto può trovar luogo l’idea di precedenza. E cionondimeno noi sentiamo di essere eterni; e possiamo averne – speculativamente – la prova. La Mente infatti ha, delle cose che essa concepisce con la sua facoltà di intellìgere, la stessa coscienza che ha delle cose che essa conserva nella memoria: dato che proprio le dimostrazioni sono gli occhi della Mente, con i quali essa vede e analizza la realtà (al dilà di quanto le è comunicato dai sensi del Corpo); e dunque, sebbene noi non ricordiamo di aver esistito prima del nostro Corpo (e in effetti non esistevamo nella forma che da vivi ci è propria), noi siamo certi che la nostra Mente, in quanto implica (cioè comprende, cioè ha fra i suoi elementi costitutivi) l’idea dell’essenza del nostro Corpo nella sua peculiare eternità, in tanto è eterna; e sappiamo che questa sua esistenza eterna non è tale da potere definirsi mediante il tempo né spiegarsi mediante la durata. Che la nostra Mente, la quale è eterna come ora abbiamo visto, duri, ossia che la sua esistenza possa esser definita mediante un determinato tempo, può affermarsi soltanto in quanto essa implica l’esistenza in atto del nostro Corpo; e solo a questa condizione essa ha il potere di comprendere e apprezzare l’esistenza delle cose nel tempo e di concepirle nella durata.

Tratto da “Ethica” di Baruch Spinoza

Natura e origine della mente, di Romeo Castellucci, sarà in scena venerdì 15 aprile 2016 dalle ore 19.00 alle ore 19.45 e dalle ore 21.00 alle ore 21.45, e sabato 16 aprile dalle ore 18.00 alle ore 18.45 e dalle ore 22.30 alle ore 23.15 presso il teatro Schaubühne di Berlino.

Fonti:

https://www.schaubuehne.de/de/produktionen/natura-e-origine-della-mente.html

http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiHTML/Spinoza/Etica/Etica.htm

Autore: Enza Granato

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Enza Granato

Ciao, sono Enza Granato, ho 27 anni e vengo da Fasano, Puglia. Sono laureata in Scienze della Comunicazione e vivo a Berlino dal 2013. Nel tempo libero mi piace scrivere, dipingere e ballare. Parlo inglese, tedesco e spagnolo.

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