The Gate Berlin, 300 anni di storia berlinese racchiusa in 20 minuti di emozioni.

The Gate Berlin, 300 anni di storia berlinese racchiusa in 20 minuti di emozioni.
Photo Credit To Ruth Stirati

Sono ormai 23 anni che vivo a Berlino, eppure questa città è in un cambiamento così continuo e perenne da non riuscire a starvi dietro.

L’altra sera ho voluto fare la turista. Approfittando del Festival of light che si svolge tutti gli anni a Berlino in concomitanza dell’arrivo della stagione buia, sono andata alla porta di Brandeburgo a vedere il bellissimo gioco di luci che vi veniva proiettato sopra.

Proprio alle spalle della porta, di fronte all’Akademie der Künste, si trova l’entrata di un piccolo e ancora non conosciuto museo: THE GATE, inaugurato il 28.04.2016.

All’apparenza sembra una struttura  piccola, ma in realtà può ospitare fino ad un massimo di 60 spettatori per volta.

Io e mio marito siamo stati fortunati ad essere gli unici ospiti quella sera (il museo era chiuso per una festa privata),  quindi ci siamo potuti godere lo spettacolo in completa solitudine.

Sono scesa per le scalette del tutto inconsapevole di cosa avrei trovato (avevo solo visto un teaser sul sito ufficiale) e mi sono trovata in una saletta simile ad un piccolo cinema, con alcuni comodi pouf sui quali potersi sedere e da cui godersi lo spettacolo.

Lo spettacolo viene proiettato su più schermi (87) applicati sulle pareti sia frontalmente sia lateralmente, su cui scorrono filmati o foto che riportano alla storia di Berlino, con il focus sulla porta di Brandeburgo (the Gate) dal momento in cui è nata ai giorni odierni.

Le immagini  e i suoni che scaturiscono dagli schermi frontali e laterali non sono uguali tra di loro, ma si completano, si sovrappongono, e arricchiscono quella percezione a 360 gradi nella quale si viene catapultati una volta che il film parte. La durata totale è di circa 20 minuti, quindi anche adatto a bambini (se accompagnati).

Si parte con la descrizione della nascita della porta nel 1734, tramite pitture, descrizioni e musica dell’epoca, per proseguire con tutti gli avvenimenti storici importanti della città e della porta stessa.

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Così assistiamo all’entrata di Napoleone attraverso la porta il 27 Ottobre del 1806, la deportazione della Quadriga situata sulla porta da parte di Napoleone e il ritorno della stessa nel 1814 grazie al maresciallo Blücher e alla vittoria dell’esercito prussiano a Parigi (da qui il nome della piazza dove si trova la porta di Brandeburgo: Pariser Platz) .

Tra il 1830 e il 1850 assistiamo  quindi alle prime costruzioni sulla Pariser Platz, per passare poi velocemente alla rivoluzione di Marzo del 1848 nel corso della quale i  cittadini si sollevano richiedendo più libertà e diritti: 183 cittadini moriranno durante gli scontri ( Märzgefallene).

Tra la fine dell’800 e gli anni precedenti l’inizio della prima guerra mondiale assistiamo all’industrializzazione  e alla mastodontica crescita urbanistica di Berlino: la maggior parte degli Altbauten presenti oggi in questa città sono stati costruiti in quel fiorente periodo industriale.

La porta di Brandeburgo assiste cosí nel 1914 al passaggio dei soldati destinati ad andare in guerra e ad altre tristi processioni di quel periodo.

In un turbinio di suoni, musica e immagini si passa dal dopoguerra ai favolosi anni 20, l’hotel Adlon (fondato da Lorenz Adlon)  situato proprio sulla piazza diventa punto di incontro per personaggi del calibro di Thomas Mann, Charlie Chaplin, Marlene Dietrich, Josephine Baker, Albert Einstein e Greta Garbo. 

E mentre noi spettatori siamo lí a goderci questo momento di serenità, ecco arrivare in un attimo immagini e suoni che ci riportano al momento più cupo della storia tedesca,  il dritten Reich, le leggi razziali, le deportazioni, la seconda guerra mondiale. Mentre sullo schermo frontale si vedono filmati,  titoli di giornali, propaganda, a destra e a sinistra scorrono silenziose le immagini dei treni merci che inesorabilmente portano i loro tristi carichi. In lontananza si sentono urla, il tutto dura solo pochi secondi, ma lascia lo spettatore di ghiaccio.

Il resto è storia relativamente recente: scorrono le immagini della fine della guerra, e colpiscono quelle delle donne ( Trümmerfrauen) che ricostruiscono pietra per pietra una città completamente rasa al suolo. Le immagini aeree delle zone limitrofe alla porta di Brandeburgo, nonostante io sapessi quanto fosse stata bombardata, mi hanno nuovamente lasciata a bocca aperta.

Ma la porta di Brandeburgo non ha ancora finito: nuovamente viene violata,  come si vede dai filmati che ci portano alla costruzione del muro; ma poi  si passa anche alla sua riapertura, e sono lacrime, emozioni. Nello schermo di sinistra scorrono filmati e foto della  BRD, a destra filmati sulla DDR.  La frase “Niemand hat die Absicht eine Mauer zu bauen“ (“nessuno ha l’intenzione di costruire un muro”) riecheggia piú volte nelle orecchie dello spettatore, come anche Kennedy con il suo “ich bin ein Berliner”.

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Gli ultimi filmati e suoni riguardano la Berlino che tutti conosciamo meglio, quella dal 1990 in poi, la Berlino che ho conosciuto io nel 1991, quando venni a Berlino durante un gelido Novembre per uno scambio culturale con un ginnasio berlinese (che fu fatale per la mia futura vita qui).

E così ci ritroviamo in un misto di ricostruzione, cantieri, musica underground, locali, feste, love parade. Nel 2006 i mondiali in Germania portano migliaia di persone a Berlino che li accoglie con un’estate da sogno e traditrice, perché in 23 anni ne ha fatta una sola cosí; per finire in bellezza,  le immagini della porta di Brandeburgo con la squadra di calcio tedesca che viene accolta in un turbinio di bandiere dopo aver vinto il mondiale di calcio nel 2014.

Mentre osservavo rapita il film, mi sono prima sentita spettatrice di una storia di una città che nella sua giovane vita ha già visto veramente molte cose, orrori e bellezze, ma ad un certo punto mi sono sentita protagonista io stessa della sua storia. Mi sono resa conto di essere una berlinese a tutti gli effetti, mentre mi scendevano le lacrime di emozione miste a quelle di orgoglio per essere parte di questa città così intensa.

Sono sicura che molti berlinesi di fatto come me sentiranno emozioni simili.

Finito il film si passa ad una piccola sala adiacente dove la storia di Berlino viene ripercorsa con foto e cartoline di quel tempo e dei testi che riassumono un certo periodo. Ed è stato proprio in quella sala che ho fatto una scoperta non meno emozionante….che vi racconterò nel prossimo articolo.

Tutte le informazioni su prezzi e orari di apertura le trovate qui: www.thegate-berlin.de

Autore: Ruth Stirati

About The Author

Ruth Stirati

Sono Ruth Stirati, sono a Berlino dal 1993 e laureata in biologia molecolare. Ho tre figli perfettamente bilingui nati nel 2003, 2005 e 2007. Dopo aver lavorato per 10 anni come biologa , nel 2007 ho fondato la ditta Case a Berlino e 3 anni dopo ho ideato insieme ad altri professionisti il portale Berlinitaly. Dal 2009 ho cominciato a scrivere per il blog italiani a berlino, il primo punto di riferimento per tutti gli italiani in arrivo, e ora con Matteo dirigo il magazine del portale Berlinitaly, nato alla fine del 2015! Lavoro come Content Manager per Sparheld e come Social Media Manager per Case a Berlino. Da Agosto 2019 ho cominciato a studiare la mia grande passione: psicologia animale e ora posso lavorare come comportamentalista animale per chi ha problemi con cani e gatti e nel futuro anche cavalli. Dall'autunno del 2020 intraprenderò un percorso di educatore ed educatore cinofilo con la scuola Thinkdog che avrà quindi il suo primo punto di riferimento a Berlino. La mia passione sono la natura, tutti gli animali, i viaggi, la vita sana, il mio coro pop con il quale canto in tutta Berlino dal 2014 e la cucina vegana. Sono curiosa, empatica, e amo ridere e cercare di trovare il lato positivo in tutte le sfide delle vita. Non sempre mi riesce ! La mia più grande sfida al momento è trovare il sole durante il lunghissimo inverno berlinese e riuscire a realizzare il mio sogno; avere un cane nonostante tutto!

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