Intervista a Michael Siller

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Intervista a Michael Siller, 38 anni di età, di Bressanone, Alto Adige, vive a Berlino da 6 anni.

Perché hai deciso di venire proprio a Berlino?

Mi sono trasferito a Berlino per amore, ho seguito mia moglie che doveva spostarsi per lavoro, in più sono un artista e Berlino è la città adatta. Prima di stabilirmi qui ero a Vienna e per esigenze lavorative ho vissuto alcuni anni negli Stati Uniti.

Cosa facevi prima in Italia?

In Italia ho vissuto per 3 anni a Roma dove ho lavorato in diverse compagnie teatrali come attore, ballerino e cantante. In realtà ho sempre viaggiato per lavoro, e con me anche la mia famiglia. Da Roma a Vienna, Da Washington a New York, e poi Berlino, ho cercato di evolvermi sempre più, infatti adesso mi dedico a queste attività secondariamente ed il mio lavoro è incentrato su ben altro.

Raccontaci qualcosa della tua attività qui.

Lavoro come Coach per Leader, Manager ed Imprenditori e li aiuto a trovare le migliori soluzioni per imminenti ostacoli. Aiuto loro a rendere il lavoro più efficace. Mi sono specializzato su come utilizzare le diversità culturali in una compagnia, per il proprio vantaggio strategico.

Com’è stato l’impatto con la mentalità tedesca?

Direi interessante. Inizialmente conoscevo un po’ il carattere tedesco, avendo vissuto anche a Vienna, però non nego che ci sono state delle volte in cui mi sono sentito spiazzato. Ho avuto anch’io bisogno di un po’ di tempo per trovare il mio posto ed interagire con la società circostante.

La cosa di Berlino che ti affascina di più? E cosa sopporti meno?

Sono affascinato dalla diversità culturale indubbiamente, inoltre mi piacciono molto gli spazi verdi che Berlino ha, è davvero piena di vegetazione, e se ci si sposta in alcune zone sembra di stare nella foresta. Berlino mi piace tanto, non troverei dei difetti per questa città, quello che forse a volte mi pesa sono le lunghe distanze.

La cosa che più ti manca dell’Italia? Cosa invece sei felice di aver lasciato?

Mi manca il Sole, a chi non mancherebbe; sono invece felicissimo di non dover avere a che fare con la burocrazia italiana.

Qual è il tuo cibo preferito a Berlino?

Mi piacciono varie cucine, in più Berlino offre mille possibilità, ma la mia preferita è quella thailandese. Devo però dire che sono stracontento di aver trovato un posto dove si può mangiare una fiorentina da favola.

Qual è il tuo posto del cuore a Berlino?

Decisamente Café am Neuen See, si affaccia nel bellissimo parco di Tiergarten, c’è un piccolo lago dove l’estate si possono noleggiare delle barche a remi e girare tra tanta natura. Tutto, nel bel mezzo della città. Non è affascinante?!

Cosa consiglieresti a chi sta per trasferirsi a Berlino?

Direi di munirsi di maglioni e stivaloni pesanti perché qui fa freddo, in più consiglierei di imparare la lingua il più presto possibile per poter anche socializzare con altra gente che non parli necessariamente italiano.

Quale pregiudizio verso gli italiani dovrebbero abbandonare i berlinesi? E quale pregiudizio verso i tedeschi dovrebbero abbandonare gli italiani?

A volte i tedeschi pensano che, nello svolgere un lavoro, loro siano più precisi e meglio organizzati degli italiani, che, al contrario, sarebbero superficiali ed affronterebbero la situazione improvvisando. In realtà queste sono peculiarità di entrambi, da valutare positivamente. Spezzo invece una lancia a favore dei tedeschi per quanto riguarda il loro essere freddi e schematici, posso assicurare che sono in tanti a vivere senza troppe strutture predefinite.

Tre cose da avere/essere per vivere felici a Berlino.

Avere un maglione pesante, come dicevo prima, serve. Avere un abbonamento per i mezzi pubblici, così da potersi spostare in tutta Berlino con assoluta semplicità. Avere tanta curiosità per scoprire ogni angolo nascosto di Berlino.

Autore: Enza Granato

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Enza Granato

Ciao, sono Enza Granato, ho 27 anni e vengo da Fasano, Puglia. Sono laureata in Scienze della Comunicazione e vivo a Berlino dal 2013. Nel tempo libero mi piace scrivere, dipingere e ballare. Parlo inglese, tedesco e spagnolo.

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