Frank Ghery a Berlino. La sede DZ Bank.

Frank Ghery a Berlino. La sede DZ Bank.
Photo Credit To Jean-Pierre Dalbéra

Realizzata a seguito di un concorso internazionale indetto nel 1995, la filiale Berlinese della DZ Bank, realizzata su progetto dell’arch. Frank Ghery che ne è risultato il vincitore, pur non essendo uno dei più “tipici” edifici di sua realizzazione, è sicuramente una tra le sue più importanti e riconosciute  opere. Il contrasto continuo tra materiali pesanti ( pietra) e materiali leggeri ( acciaio e vetro) si fondono in maniera sinergica a formare un’opera unica ed originale.

La facciata principale, molto rigida e squadrata per via dei vincoli tipologici imposti dall’Amministrazione Comunale per a sua vicinanza alla Porta di Brandeburgo, si contrappone al prospetto sul retro, prospetto molto più “contrastante” e armonico.

Le facciate, trattate tutte con pietra di Vicenza al fine di dialogare maggiormente con l’importante testimonianza storica caratterizzata dalla presenza della Porta di Brandeburgo, ne conferiscono un’immagine severa e leggera allo stesso tempo.

Se la facciata che prospetta sulla Pariser Platz è “rigida e squadrata”, la facciata disegnata sulla Behrensstrasse è invece caratterizzata da forme sinuose e curve che grazie anche alla presenza di numerosi  Bow Window (117, divisi su 9 piani di cui gli ultimi tre in posizione arretrata rispetto al filo di imposta dei primi piani) , conferiscono al prospetto una leggerezza tipica delle opere dell’architetto americano. Qui trovano sede ben 10 piani di appartamenti.

Diciamo che il limite compositivo “imposto” dall’amministrazione comunale sui prospetti esterni, si contrappone in maniera forte e decisamente opposta una volta entrati negli spazi interni dell’edificio.

Subito dentro la hall principale, lo sguardo viene catturato verso l’alto grazie al soffitto completamente vetrato (Glass Floor) completamente sospeso nel vuoto. Tale copertura separa fisicamente il piano interrato dalla corte principale, portando luce diretta verso il piano sottostante.

Un ulteriore “pelle” di vetro e acciaio, l’Atrium Skylight, che si sviluppa per una superficie di circa 1.220 mq. ( 61 metri per 20 m.), copre ed avvolge tutto lo spazio della corte centrale. Qui si affacciano ben sette piani di uffici. A forma di pesce ( forma evidenziata anche dal reticolo in acciaio che sembrano richiamare appunto le squame della sua pelle), è completamente appoggiata su sei mensoloni in acciaio a ridosso delle pareti perimetrali della corte. Le lastre di vetro, al fine di conferirne un immagine dinamica, sono di dimensioni diverse e con misure che arrivano anche ad essere di 4,5 m di lunghezza. In totale si contano ben 826 nodi con un totale di 14.940 angoli che portano circa 1500 vetri di differenti misurazioni e grandezza.

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PH: Alfredo Sánchez Romero

All’interno trova sede la famosissima Hourse Head (testa di cavallo per via della sua somiglianza con il teschio di un cavallo), scultura interamente disegnata e progettata tramite sofisticatissimi supporti informatici di disegno tecnico. Essa è il cuore di tutto lo spazio centrale. Al suo interno si trovano una sala riunioni/conferenze. Le pareti interne sono tutte rivestite in legno, mentre la pelle esterna è ricoperta in lastre di acciaio lucido.

Autore: Vincenzo Guzzo

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Vincenzo Guzzo

Arch. Vincenzo Guzzo Architetto libero professionista, svolge la sua attività sia in Italia ( prov. di Milano) che a Berlino. Si occupa di progettazione architettonica e direzione lavori, dal residenziale al direzionale, sia nel campo privato che pubblico.

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