Film “special” alla Berlinale: commenti e consigli

Wettbewerb/competition, Lola at Berlinale, Berlinale Series sono alcuni dei nomi dati alle sezioni che ogni anno contraddistinguono il Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Ognuno di loro ha le sue peculiarità e mira a guidare lo spettatore in un percorso che lo porterà magari alla scoperta di nuove prospettive o semplicemente di bei nuovi film. Personalmente ci sembra degna di essere segnalata la sezione “Berlinale Special” che racchiude film di ideali, di personaggi eccezionali e punta i riflettori su dei film meritevoli. Ecco le nostre opinioni su una selezione di questi lungometraggi “special”:

The Happy Prince di Rupert Everett, con Rupert Everett (Oscar Wilde), Colin Morgan (Alfred Bosie Douglas), Edwin Thomas (Robbie Ross), Colin Firth (Reggie Turner), Emily Watson (Constance Holland)

È risaputo che Oscar Wilde fosse uno scrittore decadente e proprio questa è la voluta atmosfera che si percepisce durante la visione del film: decadenza. Il periodo trattato è quello dopo la prigionia ai lavori forzati di Wilde per la sua omosessualità, da cui ne è inevitabilmente uscito molto segnato. Tuttavia la sua vita continuerà negli eccessi e sarà contornata da uomini importanti per lui, tra cui il suo amante Bosie. Genio e follia vanno a braccetto nei suoi ultimi istanti di vita, fatti anche di rimorsi. Diverse lingue fanno emergere il carattere internazionale della produzione, in parte avvenuta in Italia, e la presenza di canzoni mettono in risalto alcuni tratti da musical. Un film che rende omaggio a un grande scrittore, forse scomparso troppo presto, che reca in sé germi malinconici alternati a momenti conviviali e festosi. Nel cast anche Colin Firth, che interpreta un amico di Wilde (Everett). Il montaggio delle scene e la struttura della trama conferiscono al film un certo pathos, forse un po’ troppo forzato e che non permette al film di convincere pienamente. Da vedere per gli appassionati dello scrittore.

The Bookshop di Isabel Coixet con Emily Mortimer (Florence Green), Bill Nighy (Edmund Brundish), Patricia Clarkson (Violet Gamart), James Lance (Milo North), Honor Kneafsey (Christine Gipping)

Alla base del film vi è la convinzione che “non ci si senta mai soli in una libreria” e a coloro che amano i libri risulterà difficile dargli torto. Oltre a questo si parla di una donna (Florence Green) che, dopo essere rimasta vedova per lungo tempo, decide di aprire una libreria in una piccola cittadina inglese. Ma non tutti vedono di buon occhio il suo progetto e tenteranno di ostacolarla con ogni mezzo a loro disposizione; entra così in gioco il coraggio della protagonista, di una bambina, ma anche di un uomo che era rimasto sinora distante da tutti e si avvicinerà alla protagonista. Una storia molto inglese, ambientata negli anni ’60 ma che dà l’idea di essere finiti dentro un romanzo di Jane Austen. La mentalità dei concittadini della donna sembra d’altronde essersi fermata al 1800. Nonostante tutto però il film risulta godibile e risulta particolarmente consigliato agli amanti dei libri.

Das schweigende Klassenzimmer di Lars Kraume con Leonard Scheicher (Theo Lemke), Tom Gramenz (Kurt Wächter), Lena Klenke (Lena), Isaiah Michalski (Paul), Jonas Dassler (Erik Babinski)

Film intenso basato su un episodio realmente successo nel 1956, cinque anni prima che il muro venisse eretto. Muoversi da est a ovest era ancora possibile, anche se i controlli c’erano, soprattutto per evitare che i cittadini dell’est non vi facessero più ritorno. Durante una visita ad ovest di una classe dell’ultimo anno di scuola superiore, i ragazzi apprendono che i russi reprimono con la forza la rivolta in Ungheria. Provati dal fatto, decidono di dedicare un minuto di silenzio alle vittime di questa rivolta e proprio questo semplice atto li trasforma in nemici dello Stato. Emerge così come anche il socialismo era in fondo una dittatura sotto mentite spoglie e si percepisce la tensione di quel periodo, specialmente alla luce del nazismo, dove ancora le colpe dei padri ricadevano sui figli. In questo modo si racconta un pezzo di storia tedesca che fa commuovere e riflettere. Soprattutto, alternando momenti alla “Attimo fuggente” con altri più drammatici, viene messa in risalto la forza di questi ragazzi che non volevano conformarsi alla società comunista, ma pensare con la propria testa. Nel loro piccolo daranno vita a una piccola rivoluzione e seguiranno i loro principi per costruirsi un futuro migliore.

Infine, segnaliamo un film della sezione “Panorama”, la più variegata e internazionale, che tratta di una questione strettamente legata alla realtà berlinese:

Zentralflughafen di Karim Aïnouz

Film-inchiesta sul centro di smistamento per i rifugiati nell’aeroporto di Tempelhof. Siriani, afghani, ucraini, ma anche chiunque provenga da un paese in guerra e voglia chiedere asilo in Germania, finisce inizialmente in quel che un tempo veniva utilizzato come aeroporto. Ora Tempelhof offre riparo a moltissime persone, che impariamo a conoscere lungo il corso del film, tra cui il siriano Ibrahim. Tracciando una sorta di diario, da giugno 2016 fino a maggio 2017, si avvicendano diverse persone di cui seguiamo le vite: ad emergere è la nostalgia per le famiglie e il paese lasciato, ma malgrado le difficoltà di tutti i giorni, a cominciare dal dover imparare una lingua diversa fino al dover dividere un hangar con persone sconosciute e senza dei divisori reali al di fuori di tende (per protezione dagli incendi, come viene spiegato), c’è anche chi si trova bene qui e spera in un futuro migliore. Quella che doveva essere una soluzione temporanea finisce per diventare una nuova casa per molti per diversi mesi, se non anni. Un film da vedere per riflettere sulla situazione attuale dei rifugiati siriani, ma non solo. Realizzato senza filtri e senza effetti speciali, mira a mostrare la realtà così com’è nella sua autenticità.

Vi invitiamo pertanto a soffermarvi a vedere questi film qualora ne abbiate l’occasione per vivere così altre emozioni e apprendere di differenti realtà, per fortuna distanti dalla nostra.

 

Autrice: Valentina Lo Iacono

About The Author

Valentina Lo Iacono

Appassionata di lingue, letteratura e ogni aspetto culturale che possa essere definito tale. Ama viaggiare e dedicarsi alle attività collaterali che un viaggio comporta. Di recente ha maturato anche un forte interesse per la tecnologia, che le offre spunti interessanti per la stesura di alcuni articoli. Qualche anno fa è approdata a Berlino e ancora non se n'è andata. Quando non scrive qui, la trovate su Cocktail di libri, un blog dedicato alla lettura e a riflessioni sull'italiano.

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