Batt-man

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Chi batte le nocche e non la mano, va sano e va lontano!

C’era una volta uno studente italiano, che decise di trasferirsi a Berlino e di studiare, per la sua specialistica, in questa meravigliosa, multietnica, roboante città.

Il ragazzo, dopo essere stato ammesso al corso di laurea, pieno di tensione, anzi no, decisamente terrorizzato, si apprestava ad affrontare il suo primo giorno di corsi.

Timidamente prende posto, cerca invano di fare amicizia (ma questa è un’altra storia) e aspetta con il cuore a mille che il professore faccia il suo ingresso in classe. La lezione comincia, tra una battutina e l’altra, che tu: “Ah, ma allora hanno pure il senso dell’umorismo!”, e pensi tra te e te: “Stereotipi del cavolo!”.

Addirittura, il nostro amico interviene e anche con successo, e tutto diventa più tenue. Il bianco e nero delle immagini si converte in colori caldi e ti senti coccolato dal successo, con gli occhi sognanti rivolti ad un punto immaginario tra il soffitto e tre metri sopra il cielo. Mentre gli ultimi minuti di lezione scorrono, pensi a mammà e a quanto sarà fiera di te e in questo locus amoenus di grazia e beltà, mentre ti crogioli nella tua nuova vita, arriva un colpo basso. “E lo sapevo!”, esclama il nostro studente preoccupato. “Mo che cavolo succede!?”. Effettivamente il nostro amico non ha tutti i torti, la sua paura nasce dall’ignoranza. Alla fine di ogni lezione, i colleghi tedeschi, invece di applaudire, battono letteralmente le nocche sul tavolo, tenendo il pugno della mano chiuso. Come se volessero bussare alla porta. Toc, toc, toc, toc, toc! Sul banco. Le espressioni sono radiose e rilassate in volto, il nostro amico pensa: “Se sorridono non può essere tanto pericoloso!”.

Il nostro studente, che chiameremo Gennarino, si guarda intorno, continua a non capire, ed insieme a lui il collega spagnolo e quello iraniano. Alla fine della lezione tutto diventa chiaro! Non erano bombe (ahah), solo tante mani di studenti compiaciuti e allegri che rendevano grazie e celebravano il proprio insegnante. Perché, in Germania, così si fa! L’applauso è obsoleto, il battito di nocca, a quanto pare, no! E quindi, che “toc, toc” sia! E pace a tutti.

Autore: Alessandra Rago

About The Author

Alessandra Rago

Nata a Napoli ma Berlinese da 7 anni. Sono un'ex-ballerina, ma la danza fa sempre parte della mia vita. Ho studiato Studi Culturali e Studi Europei all’Università Orientale di Napoli, all’Università di Potsdam, alla Nottingham Trent University e all’Università Libera di Berlino. Mi sono formata in giro per l’Europa attraverso tirocini ed esperienze lavorative in campo politico, economico e culturale. Sono appassionata di politica ed economia! Dipingo per ordinare i pensieri e amo prendermi cura delle mie piantine.

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