Intervista a Giulia Visci

Intervista a Giulia Visci

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Intervista a Giulia Visci, proprietaria del Bar-Raw Vegan, “officina berlino” a Kreuzberg.

Ho incontrato Giulia molte volte prima dell’intervista, sia nel piccolo e accogliente bar – ancora pieno di oggetti e in via di rinnovamento per la grande inaugurazione del 17 aprile – sia a casa sua, in un’affascinante palazzina sulla Alte-Stralau; è stato subito amore.

L’energia che promana da lei e la convinzione con la quale mi spiega la sua filosofia di vita – che, tra l’altro, non mi è del tutto nuova – mi hanno coinvolta fino a credervi io stessa un po’ di più. Mi offre del tea Kombucha, un tea fermentato da lei in vasi di vetro (divino!), di fronte al quale abbiniamo chiacchiere e cose serie.

“Perché hai deciso di venire proprio a Berlino e cosa facevi prima in Italia? Da quanto tempo sei a Berlino e che lavoro facevi prima di questo?”

Sono tornata – più che arrivata – a Berlino nel 2011: il 22 maggio, precisamente, dopo avervi soggiornato diversi anni prima a studiare e da cui non avrei mai voluto andare via: ho un legame karmico con questa città, fin da quando ero bambina.

Seguendo la mia fortissima attrazione per la Germania, cinque anni fa mi sono licenziata dal “Corriere della Sera” mentre tutti, ovviamente, mi chiedevano se fossi diventata pazza (ero capo dei servizi di cultura e spettacolo a Trento e Bolzano). Le uniche persone che mi hanno appoggiato sono state i miei fratelli e mio padre.

Da Trento sono venuta qui perché avevo intenzione di aprire un locale (all’epoca non ero vegana e avevo intenzione di avviare un’attività di qualità, italiana si intende, con prodotti tipici e D.o.c;  a due mesi dal mio arrivo, a luglio, un’amica di Trento mi ha presentato Allan Bay (potente figura nel panorama della gastronomia), che stava cercando nuovi autori per i suoi libri; sono andata a Milano per conoscerlo e mi ha proposto di scrivere un libro, “Il nuovo nel piatto” (Casa Editrice Ponte alle Grazie) in cui, ”raccontando” 128 prodotti alimentari etnici, ne propongo il nuovo avvento nella cucina moderna, visto che negli ultimi decenni hanno cambiato le abitudini alimentari in Europa: ogni alimento è corredato da uno studio particolare (condotto personalmente) e da una ricetta.

Questo libro mi ha permesso di ampliare e approfondire le mie conoscenze nel campo alimentare, perché sono stata costretta a conoscere tanti ingredienti per me nuovi (ero una gran carnivora), tra cui spezie e frutti particolari.

Questa esperienza, associata al fastidio dato dal non trovare a Berlino i miei alimenti base (la bresaola , il parmigiano buono) e insieme al fatto che continuavo a chiedermi perché il mio gatto si “meritasse” di dormire con me, mentre altri animali invece si “meritavano” di essere mangiati, mi hanno fatto intraprendere la via vegana: circa tre anni fa ordinai la mia ultima pizza margherita da Ruby’s e salutai il mondo non vegano definitivamente. L’interesse per la cucina è stato sempre maggiore da quel momento in poi, fino a quando, a fine 2012, ho cominciato a collaborare con una società di catering di Amsterdam che mi ha permesso di fare pratica.

Arriva l’anno della svolta : 2015; ho fatto il più grande investimento che avessi mai fatto e sono partita per Los Angeles, per studiare alla “Matthew Kenney Academy”, la scuola Raw-Vegan più valida del mondo. E’ stata la decisione più bella della mia vita; mi ha dato la possibilità di accedere a un universo di conoscenze incredibile. Non nego che quando incontro gente che si spaccia per Chef Raw-Vegan solo perché ha letto blog vari a riguardo ma senza cognizione di causa, mi innervosisco, soprattutto perché la cucina Raw richiede una grande padronanza nella manipolazione adeguata degli alimenti. Senza studio e formazione si danno alle persone cose non sane contraddicendo quindi la filosofia che sta dietro a questo tipo di cultura.

“Raccontaci qualcosa della tua attività qui”

A dicembre è arrivata questa grande occasione del locale Raw-Vegan: nata così, durante una cena con degli amici che mi avevano chiesto cosa volessi fare a Berlino. A febbraio ho affittato questo posticino nel cuore di Kreuzberg, e, tra meno di una settimana, si parte!

“Come è stato l’impatto con la mentalità tedesca e quali sono le difficoltà che un italiano può incontrare con la mentalità tedesca e viceversa”

Io di solito non ho problemi con nessuno di nessun genere: non parlerei di impatto, almeno per me, perché ho sempre amato la Germania e tutto quello che le è connesso: il mio fidanzato è berlinese, così come il mio ex fidanzato è tedesco; quindi il mio impatto è sempre stato assolutamente positivo, mi sono sempre trovata benissimo. Tra l’altro non credo che i berlinesi abbiano una mentalità diversa da tanti italiani, del sud Italia per esempio. Oltretutto sono ospitali e gentili; anche se si dice di loro che siano rudi, con loro non ho mai avuto problemi, così come non ho problemi con gli italiani: non ritengo ci siano grandi differenze.

“La cosa che più ti ha affascinato di Berlino e quella meno”

Meno, sicuramente, Alexanderplatz: troppo fredda e impersonale. Di più, tutto il resto: Berlino è magica, mi sento a casa davvero qui. Ho avuto un solo momento di dubbio se tornare qui quando ero a Los Angeles: non sapevo se sarei rimasta là ancora per un po’, perché anche la California mi ha catturata.

Però, mentre stavo tornando qui, il 6 maggio del 2015, -era primo pomeriggio-, dall’aereo ho visto la città: il cuore ha cominciato a battermi e mi sono sentita come ti senti quando tradisci la persona che ami, perché magari hai ceduto alla tentazione di qualcuno che ti piace; ma poi quando la rivedi capisci, allora, quanto la ami. Non potrei mai lasciarla.

“La cosa che più ti manca dell’Italia e quella che sei felice di aver lasciato, cosa ti piace e cosa non sopporti dell’Italia”

Dell’Italia mi mancano gli ortaggi e i pomodori (ridiamo assieme di questa scelta particolare), ma sono felice di aver lasciato un Paese che è in mano a un popolo che non lo merita. Ne sono felice e triste perché rimane comunque la mia patria.

“Quale era il tuo cibo preferito in Italia e quale qui a Berlino”

In Italia la bresaola con le scaglie di grana e la rucola; adesso qui i miei formaggi Raw-Vegan; e poi ricette particolari che riproporrò qui al mio locale.

“Quale è il tuo posto del cuore qui a Berlino”

L’Elsen Brücke, perchè credo che sia da lì che si vede la vera Berlino, nella sua interezza: la scultura in ferro della Sprea, la Torre della televisione…tutto quello che c’è da vedere da questo punto. E’ la stessa zona dove ho la fortuna di vivere: La Alt-Stralau, che mi dà anche il ricordo di quel mare sul quale sono nata.

“Cosa consiglieresti a chi vuole trasferirsi a Berlino”

Di pensarci bene: non è quell’oasi di felicità che fanno credere i media. Per evitare delusioni uno può affacciarsi prima per vedere come si vive qui, e poi scegliere come comportarsi. Sicuramente, portarsi dietro una buona conoscenza del tedesco.

“Tre cose da avere per essere felice a Berlino”

Non pensare con troppa nostalgia al sole e alla luce, sii curioso, non stressarti; perché lo stress qui non fa bene: impara a essere calmo e tranquillo. 

 

lucrezia_butera_Intervista a Giulia Visciofficina berlino

Inaugurazione il 17 aprile dalle ore 18.00
Leignitzerstraße 18 – Berlin
www.officinaberlino.com  
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Autore: Lucrezia Butera

About The Author

Lucrezia Butera

Sono Genovese, Laureata in Psicologa Generale e specializzata in Criminologia all’Università di Torino poi abilitata alla professione presso l’ateneo di Firenze. Nel mio studio offro consulenza psicologica e percorsi terapeutici personalizzati per adulti, bambini e adolescenti; la mia idea di percorso terapeutico è volta a lavorare sul soggetto più che sulla problematica, perché ognuno di noi è il centro di se stesso. Ho prestato consulenza presso comunità terapeutiche per minori autori di reato e non, nelle quali ho avuto modo di apprendere e applicare le differenti tecniche di Arteterapia e la loro rielaborazione. Ho formato percorsi di terapia di coppia e famigliare, presso il Centro Studi per la Terapia della Coppia e del Singolo di Genova oltre che consulenze di gruppo volte alla cura dei disturbi di tipo emotivo che possono inficiare la sfera sessuale, famigliare, lavorativa e sociale del paziente. Ho concluso il mio percorso di studi con un Master in consulenza tecnica di ufficio per il lavoro con i tribunali penali (CTU/CTP). Appassionata di psicologia infantile, sono venuta a Berlino per conoscere le realtà degli asili bilingue, presso i quali ho lavorato nel 2015. Attualmente sono impegnata all’interno di "Infermieri Italiani" , progetto per la consulenza e il sostegno degli italiani a Berlino sotto ogni punto di vista (medico e psicologico) , dove organizzo corsi di: • arte terapia infantile • pre/postparto • mindfullness • terapia del singolo • consulenza familiare Faccio inoltre parte della redazione di questo giornale “Berlinitaly.post” dove scrivo articoli a sfondo psicologico sociale.

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