Quando Lutero incontra Toni Servillo, di venerdì 17…

Luther_Art_Edition_2017_(komplette_Edition)Inizio dalla fine va…
Il numero 17 nella smorfia napoletana è abbinato alla “disgrazia” ed in verità nell’Antico Testamento il diluvio universale ebbe inizio proprio il giorno 17.
Anche mio Nonno materno temeva questo numero, perché, pur non essendo superstizioso, era solito ricordare tre date storiche avverse alla Chiesa cattolica e connesse a tale numero:

  • 1217 come nascita della massoneria in Inghilterra;
  • 1517 come anno di pubblicazione delle 95 Tesi di Lutero in Germania segnanti lo scisma nella Chiesa cristiana;
  • 1917 come trionfo dell’ateismo di Stato segnato dall’avvento della rivoluzione russa.

Scritto a numeri romani il 17 è VXII e, se lo si anagramma, si ha VIXI, “vissi“, quindi “sono morto“…addirittura in qualche velivolo Alitalia manca la fila di posti a sedere numero 17…Ma se pò, mi domando io ?!

playmobil Quest’anno, 2017, ricorre il giubileo della riforma luterana, così sentita qui in Germania, che la nota casa di giocattoli Playmobil ha addirittura dedicato un’edizione speciale al pupazzetto di Lutero con tanto di pergamena in mano e cappello nero in testa, che impazza da Karstadt.

LUTERO è un teologo tedesco, figlio di contadini cattolici, nato nel mese di Novembre, agostianiano, che criticò la Chiesa cattolica sotto diversi aspetti legati principalmente agli abusi, quali ad esempio la vendita delle indulgenze, ma anche a: l’infallibilità papale, il celibato sacerdotale, i sacramenti (accettandone solo alcuni), l’uso della lingua latina (tanto che a lui si deve lo sviluppo della lingua tedesca in ambito ecclesiastico)…
Chiaramente -secondo l’ottica della Chiesa di Roma- doveva essere scomunicato e lo fu. L’effetto determinò una spaccatura nell’Europa dell’epoca, che ha forti ripercussioni tutt’oggi a livello di prospettive sul modo di concepire l’esistenza. Lutero rielabora la teoria agostiniana della PREDESTINAZIONE, partendo dall’analisi delle scritture sacre e da una propria interpretazione: “Cristo non è morto in assoluto  per tutti“, ma, secondo le parole del vangelo all’ultima cena, «per molti»; e poi ribadisce con forza: «non dice per tutti», insomma solo i predestinati a salvarsi. Quindi, tradotto in soldoni, se fai bene, ovvero lavori tanto e bene, ti salvi, altrimenti nulla.

A tale riguardo e in questa prospettiva, così si esprime il filosofo tedesco vivente PETER SLOTERDIJK: “L’operazione di Lutero, e soprattutto dei calvinisti, [n.d.r. tramite la religione] …ha l’effetto di amalgamare il processo del pentimento all’etica del lavoro. Un elemento che contribuisce alla spaccatura tra Nord e Sud dell’Europa…Gli abitanti dell’Europa del Sud non si sentono così in colpa da dover lavorare in continuazione per espiare i propri peccati. Da noi al Nord la dimensione del lavoro è ormai parte dell’ascesi calvinista…E in ciò si vede la distanza che separa Petrarca, e la cultura umanista dell’Otium, dal monaco sassone”.
Ed ancora, prosegue lo studioso, a proposito la politica della Cancelliera Angela Merkel sui grandi temi quali, euro, austerity e crisi economica dei Paesi del sud: “La differenza tra Nord e Sud Europa, in materia di debiti, non deriva tanto dalla spaccatura delle confessioni, quanto dal contrasto tra due scuole economiche. Le nazioni meridionali, Francia inclusa, adottano un modello di stampo keynesiano: assumono crediti senza chiedersi come restituirli. Gli altri Paesi europei, Repubblica Federale inclusa, credono a un equilibrio tra entrate e uscite. E’ sbagliato bollare come austerità la fiducia in questo equilibrio, come é astruso far derivare da qui un nuovo “Anti-Germanismus”. Purtroppo, è ciò che accade in tutta Europa, specialmente in Francia. In Europa, anche in Italia, sono in tanti a credere che ci si salvi non con la fede, ma tramite questo “delirium economico””.

Detto per inciso, peccato che il grande filosofo tedesco non riesca a percepire la levatura morale dell’economista britannico Keynes, che in occasione della Conferenza di pace di Versailles (1919) a seguito della sconfitta anche della Germania nella prima Guerra Mondiale si dimise dal suo incarico di diplomatico, perché non condivideva la politica degli Stati vincitori, reputata troppo vessatoria verso la Germania.

leconfessioniQuesta prospettiva protestante del concepire la vita è percepibile ogni giorno per l’italiano che vive in Germania nel modo di pensare del tedesco o di come noi vediamo loro. E così mi viene alla mente quel bel film del regista italiano, Roberto Andò, che si intitola Le confessionied ha come protagonista l’attore Toni Servillo nei panni del frate certosino Roberto Salus (un nome, un presagio) , che viene invitato al summit dei Ministri dell’Economia del G8 -guarda caso in Germania, sul Mar Baltico- da parte del direttore del Fondo Monetario Internazionale. Questi, dopo aver festeggiato il suo compleanno, gli chiede di essere confessato proprio la notte prima di una decisione che avrà importanti conseguenze per le popolazioni più povere del pianeta. Notte nella quale peraltro troverà la morte in circostanze misteriose. Qui il Ministro tedesco è stigmatizzato con tutti i tratti ed i pregiudizi cari all’europeo del sud, ossia pedissequa rigidità ed altro… addirittura ha come mascotte un cagnone di nome Rolf, il cui nome verrà mutato da Servillo alla fine del film in Bernardo. Questa scena è proprio, a mio avviso, un cammeo.
Un enigmatico Toni Servillo ha come motto nel film: “perdere tempo non ha mai fatto male a nessuno“…figuriamoci, proprio qui in Germania !
Ed ancora nell’omelia dedicata al potente scomparso ammonisce: “Guai a voi che pagate con scrupolo le tasse e lasciate da parte la giustizia e la pietà. Non vi affannate ad accumulare tesori sulla terra. Le tarme e la ruggine li consumeranno, i ladri li ruberanno. Date e vi sarà dato. Perché con la stessa misura con cui misurerete sarà misurato anche a voi…“.

In questo filmato pure l’attore napoletano sintetizza la diversa Weltanschauung dell’europeo del sud: “Io sto dalla parte della pietà. E’ l’unico fronte per cui valga la pena di combattere“.

E torniamo ciclicamente al 17. In altre culture invece questo numero ha una valenza positiva, come in quella ebraica, in cui la Creazione avvenne proprio il giorno 17 secondo la Kabbalah. E’ anche il numero del Tempio e dei Cavalieri Templari, ossia l’apposizione dell’1, cioè l’Essere Unico, al 7, cioè la Conoscenza, la Sapienza. Quindi, per me, ha la valenza di un Viaggio della nostra vita in un ipotetico incontro tra Lutero e Servillo-Salus, tra Europa del nord ed Europa del sud, con la sincera speranza di trovare strada giusta per un’auspicabile convergenza…pur molto difficile.

Concludo pertanto proprio ricordando le parole di Keynes:
« Questa è la politica di un vecchio, le cui più vivide impressioni e la cui fervida immaginazione sono del passato e non del futuro. Egli vede solo la Francia e la Germania, e non l’umanità e civiltà europea affaticantisi verso un nuovo ordine di cose. La guerra ha morso nella sua coscienza diversamente che non nella nostra, ed egli non si attende né spera che ci si trovi sulla soglia di una nuova epoca. […] L’orologio non può essere rimesso indietro. Noi non possiamo rimettere l’Europa centrale nelle condizioni in cui era al 1870 senza provocare tale tensione nella sua struttura e senza aprire la via a tali forme umane e spirituali che, premendo oltre le frontiere e le distinzioni di razza, sopraffarebbero irresistibilmente non solo noi e le nostre garanzie, ma le nostre istituzioni e l’ordine attuale della nostra Società. »
(Keynes su Georges Clemenceau).

Autrice: Violetta

DISSONANZE vuole essere una piccola rubrica ove parlare di alcune “divergenze” percepite da un occhio italiano a Berlino, contrasti che potrebbero essere più formali che sostanziali, se si vuole essere europei e sintetizzare molteplici aspetti culturali, che convivono molto bene qui. Leggi gli altri articoli

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Violetta

Sono italiana e faccio su e giù tra Berlino e Roma dall'estate del 2014. Amo il mare, stare all'aria aperta, leggere ed imparare cose nuove, nonché viaggiare in compagnia. In BerlinitalyPost parlo di alcune "divergenze" percepite da un occhio italiano a Berlino; contrasti che potrebbero essere più formali che sostanziali, se si vuole essere europei e sintetizzare molteplici aspetti culturali, che convivono molto bene qui a Berlino.

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