La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi in concorso alla 69 edizione del Festival di Berlino

Si avvicina la 69 edizione del Festival di Berlino, che si svolgerà quest’anno dal 7 al 17 febbraio 2019 e si vanno completando le varie sezioni del Festival. Tra le pellicole in concorso che si disputeranno l’Orso d’Oro e che dovranno convincere la giuria presieduta da Juliette Binoche si sono aggiunti altri undici lavori, oltre ai sette già annunciati prima di Natale. La piacevole notizia per l’Italia è la presenza del film La paranza dei bambini, diretto da Claudio Giovannesi e tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano pubblicato da Feltrinelli nel 2016. Giovannesi, già regista del bellissimo lungometraggio Fiore del 2016, pluricandidato ai David di Donatello 2017 e vincitore del David come miglior attore non protagonista a Valerio Mastandrea rappresenterà quindi l’Italia nella sezione principale del Festival e si confronterà con autori del calibro di Agnes Varda, Agnieszka Holland, François Ozon, Isabel Coixet, Fatih Akin e tanti altri.  Il film è stato girato a Napoli nel Rione Sanità l’estate scorsa e ha come protagonisti giovani attori non professionisti. Saviano cofirma la sceneggiatura.

Ma l’Italia è presente anche nella sezione Panorama con Dafne di Federico Bondi, film che affronta una tematica delicata come la sindrome di Down e il documentario Selfie di Agostino Ferrente, anche questo ambientato a Napoli, in cui attraverso il ritratto di due giovani napoletani viene descritta l’ombra delle mafie sull’Italia di oggi.  Napoli protagonista potremmo dire. Napoli simbolo di un’Italia in bilico tra vecchi vizi e voglia di riscatto. Rimanendo in tema e sempre all’interno della sezione Panorama un altro film che, sebbene non italiano, riguarda ancora la realtà mafiosa del nostro paese, è il documentario Shooting the Mafia della regista londinese Kim Longinotto, dedicato alla vita e all’opera della fotografa palermitana Letizia Battaglia (classe 1935) e alla sua personale lotta contro la mafia siciliana. La pellicola ripercorre la carriera dell’artista, che attraverso le sue foto ha documentato per decenni le stragi di Cosa Nostra a Palermo e non solo (per inciso è proprio di Letizia Battaglia la foto di Giulio Andreotti che attraversa la hall dell’Hotel Zagarella insieme a Nino Salvo, foto utilizzata come elemento probatorio nel processo contro lo stesso Andreotti).

Ma non è finita qui. Quest’anno l’Orso alla Carriera sarà assegnato a Charlotte Rampling e tra i film che verranno proiettati come Hommage all’affascinante attrice britannica vi saranno due capolavori del cinema italiano: Il portiere di notte (1974) di Liliana Cavani, che sarà proiettato il 14 febbraio al Berlinale Palast proprio in coda alla premiazione ufficiale e La caduta degli Dei (1969) di Luchino Visconti, oltre al più recente Hannah, diretto da Andrea Pallaoro, regista trentino da tempo residente a Los Angeles, film presentato a Venezia nel 2017 e che ha regalato alla Rampling la Coppa Volpi come migliore interpretazione femminile.

La lista dei film selezionati non è ancora completa e quindi non è escluso che vi siano altre sorprese per il cinema italiano.

L’unica data certa per ora è quella del film che aprirà la rassegna: The Kindness of Strangers, la sera di giovedì 7 febbraio, lungometraggio in concorso della regista danese Lone Scherfig, divenuta celebre nel 2000 con Italiano per principianti, pellicola che si rifaceva al movimento Dogma 95 di Lars von Trier.

Per il resto, non ci resta che attendere la conferenza stampa di presentazione del programma, l’ultima a essere presieduta da Dieter Kosslick. Dal 2020 infatti la Berlinale sarà un poco più italiana con il nuovo direttore artistico Carlo Chatrian.

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Barbara Ricci

Mi chiamo Barbara, ho 44 anni, sono nata a Roma e frequento la Germania dal ' 98. Sono un' attrice. Ho lavorato sia in Italia che in Germania per diverse produzioni televisive.  Mi sono anche laureata in Lingue ( Francese e Inglese) alla III Università di Roma.  Ho due figli ( Niccolò di 14 e Sophia di 9) che frequentano entrambi scuole italo-tedesche. Mio marito è tedesco (attore anche lui) e insieme abbiamo vissuto prima a Monaco di Baviera, poi a Berlino dal 2005 al 2007, Roma, Colonia, e nel 2011 siano tornati a Berlino. Qui in Germania non ho solamente lavorato come attrice, ho anche saltuariamente esercitato altre professioni, soprattutto di intermediazione tra aziende tedesche e italiane e nell "Assistenza Clienti". Adoro Berlino, oramai fa parte di me, ma in tutti questi anni  ho sempre mantenuto  un legame solido e imprescindibile con la mia città natale, Roma, e con l' Italia.

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