Kirchensteuer e Kirchgeld, ovvero le imposte ecclesiastiche in Germania: quanto costano e come uscirne.

Kirchensteuer e Kirchgeld, ovvero le imposte ecclesiastiche in Germania: quanto costano e come uscirne.
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In Germania le diverse confessioni religiose si finanziano attraverso una tassa obbligatoria sul reddito: la cosiddetta Kirchensteuer (die Kirche-n = Chiesa + Die Steuer-n= tassa). Non si tratta però di un contributo pagato da tutta la collettività, bensì solamente da quei cittadini che appartengono a determinate confessioni religiose: cattolica, evangelica e qualche altra confessione cristiana minore e locale. Si entra a far parte di una di una di queste “Chiese” attraverso il battesimo.  A Berlino nel 2001 pagavano questa tassa il 32,3% dei residenti; nel 2014 erano scesi al 27,2 calando progressivamente.

Ma a quanto ammonta questa imposta e come viene calcolata?

La Kirchensteuer è un contributo extra calcolato sull’imposta sul reddito. Il tasso varia tra l’8% in Baviera e nel Baden Württemberg e il 9% nel resto degli Stati Regione della Repubblica Federale. È importante ribadire che queste percentuali non vengono calcolate sul reddito imponibile, bensì sulle tasse che ogni cittadino già paga allo Stato. Per porre un limite a questa Kirchensteuer ogni Stato ha introdotto un tetto massimo da calcolare sul reddito complessivo del contribuente. Come è illustrato nella tabella sottostante a sinistra sono elencati gli Stati Regione, al centro con il termine Hebesatz si intende il tasso fiscale corrispondente della Kirchensteuer, e sulla destra il termine Kappungs-satz fissa appunto dei limiti alla Kirchensteuer: Kappungs-satz significa difatti “tetto massimo”.

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Questo tetto massimo pone un limite per i contribuenti medio-alti ed alti che andrebbero sennò a pagare cifre considerevoli. Da rimarcare il fatto che questa tetto sia presente in tutti gli Stati tranne che in Baviera.

Questo tetto massimo come vedete varia da Stato a Stato e si aggira tra il 2,75% e il 4 %.

Il Kirchgeld:

Nel caso di due coniugi o di due persone conviventi e legate da un’unione civile, di cui uno “credente” e l’altro non credente, la Kirchensteuer viene applicata solamente sul reddito del contribuente religioso. ATTENZIONE però, perché questa divisione di reddito nel calcolo della Kirchensteuer non avviene sempre, ma solo quando i due coniugi o conviventi dispongono di un reddito simile o quando il partner “credente” è colui con il reddito superiore. Se invece il partner soggetto al pagamento della tassa ecclesiastica dispone di un reddito minimo o nullo, allora le cose cambiano: in questo caso entra in gioco il Kirchgeld, una forma di tassazione diversa dalla Kirchensteuer e con cui non va confusa. Il Kirchgeld viene calcolato sul reddito complessivo familiare, quindi sul reddito di entrambi i partner, anche se uno dei due (quello che guadagna di più) non appartiene a nessuna fede religiosa.                                        

Ma come viene calcolato questo Kirchgeld e a quanto ammonta?

La tabella sottostante ci aiuta a capire la progressione di questa tassa, che viene calcolata (al contrario della Kirchensteuer) sul reddito imponibile familiare annuale complessivo. Passa dallo 0,2% per i redditi meno alti allo 1,2% per i redditi superiori ai 300.000 Euro l’anno. 

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 In alcuni Stati Federali il Kirchgeld viene riscosso solamente dalla Chiesa Evangelica e da alcune chiese minori locali, ma non dalla Chiesa Cattolica: si tratta della Baviera, del Baden-Württemberg, del Nordrhein-Westfalen, Rheinland-Pfalz e Saarland.

Da questi dati si capisce il motivo per cui un numero sempre maggiore di tedeschi e di residenti in Germania decidano di uscire ufficialmente dalla propria Chiesa. A Berlino negli ultimi dodici anni il numero di coloro che ne sono usciti è aumentato sensibilmente e progressivamente: nel 2004 si contavano 499 uscite dalla Chiesa Cattolica e 2240 dalla Chiesa Evangelica. Nel 2014 si è arrivati a 5822 uscite cattoliche e a 11505 uscite evangeliche. E la tendenza non tende a diminuire. Anzi. (Fonte: Statistische Jahrbücher für Berlin, EKBO)

Ma cosa bisogna fare per uscire dalla propria “Chiesa” ed evitare così di pagare queste tasse?

A Berlino bisogna recarsi personalmente muniti di un documento di identità valido presso l’ufficio giudiziario (Amtsgericht) di quartiere. Bisogna portare con sé anche il certificato di residenza (Meldebescheinigung) nel caso in cui il proprio documento di identità non sia ancora stato aggiornato con l’ultimo indirizzo di residenza.

Inoltre a Berlino dal 30 aprile 2014 bisogna pagare una tassa di 30 euro per la pratica di uscita. Da quando il sistema tributario è stato digitalizzato è l’ufficio giudiziario stesso a trasmettere all’ ufficio tributario di competenza (Finanzamt) il nuovo stato fiscale del richiedente. Però è meglio chiedere: in alcuni uffici infatti bisogna ancora portare personalmente al proprio “Finanzamt” il certificato di “uscita dalla Chiesa” e quindi di esenzione dalle tasse ecclesiastiche.

Ovviamente uscire dalla propria confessione vuol dire anche rinunciare a tutti i servizi/assistenze che l’appartenenza ad essa comporta.

ATTENZIONE! Visto quanto sopra spiegato sul Kirchgeld bisogna prendere delle precauzioni per evitare di incorrere in multe molto salate: se appartenete ad una confessione religiosa, vi siete trasferiti a Berlino, siete sposati o convivete con un partner “non credente” e disponete di un reddito nullo o minimo, fate subito la pratica di “uscita” appena descritta! Non aspettate di avere un lavoro. Infatti può accadere (è successo) che la vostra uscita diventi un’ammissione di appartenenza nel passato e che la Chiesa da cui siete appena usciti (che magari fino a quel momento non se ne era accorta…) richieda a voi e al vostro partner tutti gli anni arretrati di Kirchgeld. Quindi se vi trovate in questa situazione chiedete consiglio al vostro commercialista prima di intraprendere qualsiasi azione.

Autore: Barbara Ricci

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Barbara Ricci

Mi chiamo Barbara, ho 44 anni, sono nata a Roma e frequento la Germania dal ' 98. Sono un' attrice. Ho lavorato sia in Italia che in Germania per diverse produzioni televisive.  Mi sono anche laureata in Lingue ( Francese e Inglese) alla III Università di Roma.  Ho due figli ( Niccolò di 14 e Sophia di 9) che frequentano entrambi scuole italo-tedesche. Mio marito è tedesco (attore anche lui) e insieme abbiamo vissuto prima a Monaco di Baviera, poi a Berlino dal 2005 al 2007, Roma, Colonia, e nel 2011 siano tornati a Berlino. Qui in Germania non ho solamente lavorato come attrice, ho anche saltuariamente esercitato altre professioni, soprattutto di intermediazione tra aziende tedesche e italiane e nell "Assistenza Clienti". Adoro Berlino, oramai fa parte di me, ma in tutti questi anni  ho sempre mantenuto  un legame solido e imprescindibile con la mia città natale, Roma, e con l' Italia.

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