Conoscere le lingue o i linguaggi di programmazione? Utili competenze nel mercato del lavoro

Conoscere le lingue o i linguaggi di programmazione? Utili competenze nel mercato del lavoro
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Negli anni 90 quando si andava via via realizzando l’idea di un unione di Stati, conosciuta oggi come Unione Europea, si sosteneva come fosse importante conoscere le lingue straniere, soprattutto l’inglese. Infatti saper parlare e scrivere correttamente in una lingua diversa dalla propria apriva molte porte, permettendo di lavorare anche in un paese diverso dal proprio.

Oggi è ancora così, ma trovare giovani che sanno una o più lingue è tendenzialmente più facile. La conoscenza delle lingue straniere sembrerebbe ormai essere un presupposto, una base da cui partire, piuttosto che un requisito aggiuntivo nel curriculum di un candidato. Se da una parte questo denota una preparazione migliore da parte di chi si affaccia al mondo del lavoro, dall’altra cercare un impiego attinente con la conoscenza delle lingue è diventato più difficile, anche per via di una maggiore concorrenza.

Ovviamente i tempi sono ormai cambiati e nell’era digitale in cui viviamo sono richieste sempre più anche altre competenze. Tra queste vi è la conoscenza di un linguaggio di programmazione. Nel campo dell’online marketing non è raro che si auspichi di trovare candidati con conoscenze (almeno basilari) di HTML e CSS, che sono però dei linguaggi di markup e quindi molto più facili da imparare rispetto a PHP, Java, JavaScript, Pearl e via dicendo.

Per conoscere bene un linguaggio di programmazione è altamente consigliato sapersela cavare in matematica, perché essendo linguaggi per il computer e studiati per le macchine, la matematica c’entra eccome. Al contrario, l’apprendimento di una lingua è un processo naturale, che tutti possono intraprendere con un po’ di buona volontà ed esponendosi il più possibile a quella lingua, immergendosi completamente in un ambiente straniero (nel caso in cui si stia pensando di imparare un idioma diverso dal proprio).

Per i linguaggi informatici la questione potrebbe essere un po’ più complicata: di base servono interesse e probabilmente un po’ di predisposizione. Ovviamente per chi aspira a conoscere bene questi linguaggi alle spalle dovrà esserci tanto studio, non per niente ci sono corsi appositi per amministratori di rete, software developer e tante altre figure che si muovono nel campo digitale. Per non parlare di chi all’università studia per diventare ingegnere informatico.

Si potrebbe anche pensare di insegnare questi linguaggi alle nuove leve a scuola, integrando nell’ora di informatica utili lezioni sul World Wide Web e tutto quello che vi gira attorno. Inoltre perché non fornire una maggiore “educazione informatica”, ovvero insegnare a districarsi tra copyright, protezione dei propri dati e altri concetti correlati con il diritto informatico? Più consapevolezza sul web non guasterebbe a nessuno, anzi.

Al momento chi volesse avvicinarsi a questo mondo, troverà sempre su Internet tante possibilità su cui fare affidamento. Un buon punto di inizio per imparare i linguaggi di programmazione è rappresentato dai tutorial di W3Schools, un sito creato apposta per gli sviluppatori. Non mancano però svariate piattaforme che offrono corsi gratuiti e a pagamento (non solo su questa tematica) offerti da gente che se ne intende, anche se è sempre bene valutare le singole proposte. Tra queste vi sono Codeacademy, Udemy e Udacity, per fare alcuni esempi.

I materiali disponibili su Internet come quelli presentati qui sono in genere più adatti per l’autoapprendimento, mentre chi volesse frequentare lezioni classiche in Germania potrebbe valutare di iscriversi a un corso dedicato organizzato dalla VHS.

Allo stato attuale non ci sono solo le lingue a essere sempre più importanti ma anche i linguaggi di programmazione, visto il forte sviluppo di tecnologie e mezzi digitali. In un mondo sempre connesso chi sa programmare ha in mano le chiavi del futuro e si apre diverse porte nel mercato del lavoro. Infatti non cesserà la richiesta di poliglotti che sarà magari data per scontata, ma la domanda per tecnici IT, software developer, sviluppatori di app e simili pare destinata a sua volta ad aumentare. Come sempre il consiglio è quello di seguire le proprie aspirazioni, ma se si è indecisi e si ha un po’ di interesse per i settori informatici, perché non tentare e non acquisire competenze sempre più richieste dal mercato del lavoro del futuro?

Autrice: Valentina Lo Iacono

About The Author

Valentina Lo Iacono

Appassionata di lingue, letteratura e ogni aspetto culturale che possa essere definito tale. Ama viaggiare e dedicarsi alle attività collaterali che un viaggio comporta. Di recente ha maturato anche un forte interesse per la tecnologia, che le offre spunti interessanti per la stesura di alcuni articoli. Qualche anno fa è approdata a Berlino e ancora non se n'è andata. Quando non scrive qui, la trovate su Cocktail di libri, un blog dedicato alla lettura e a riflessioni sull'italiano.

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